Dolls reflect. I mean, they reflect the Zeitgeist. They can (make us) think. * Le bambole riflettono. Cioè, riflettono lo spirito del tempo. E sanno (farci) riflettere.
mercoledì 12 gennaio 2011
Ana-bell and the Perfect Girl
What would YOU do to prevent anorexia in teen-, or even in preschool age? Creative people from McCann Erikson in Czech Republic created an ad introducing the “Perfect Girl” doll. This is not at all a new concept. It’s a much exploited one in the Barbie art environment. The image above is apparently photoshopped and its execution doesn’t convince me. Do you really think that these elements - a skinny body but a smooth and almost chubby face, a sexy candy-pink outfit, an incongruously full and healthy hair, a coffin as a box and the notice of “low durability” on it – effectively convey the message? It seems to me more a divertissement than an warning, at the risk of being taken as the compaign to launch a funny and a bit creepy toy to collect. The real interesting thing to me as a copywriter is the graceful and allusive Foundation name, i.e. Anabell. “Ana” is in fact the keyword for anorexia in the related community, but here does suggest a girl’s name, hopefully not a plastic or dead girl’s name.
*
Cosa fareste VOI per prevenire l’anoressia adolescenziale, o addirittura in età prescolare? Alcuni creativi della McCann Erikson nella Repubblica Ceca hanno inventato la pubblicità della bambola “Perfect Girl”. Non è un concetto nuovo. Anzi, è un concetto ipersfruttato nell’ambiente della Barbie art. L’immagine qui sopra è con ogni evidenza photoshoppata e la sua esecuzione non mi convince. Credete veramente che questi elementi - corpo scheletrico ma faccina liscia e quasi paffuta, completino sexy rosa-caramella, capelli folti e sani in modo incongruo, una bara per scatola con sopra l’avviso di “breve durata” - trasmettano con efficacia il messaggio? Mi sembra più un divertimento che un avvertimento, col rischio di essere preso per il lancio di un nuovo giocattolo carino da collezionare, con un po’ di brivido. Il dato veramente interessante per me come copywriter è l’aggraziato e allusivo nome della fondazione, cioè Anabell. “Ana” è infatti la keyword che sta per anoressia nella community degli adepti, ma qui suggerisce un nome di ragazza, si spera non di plastica, o morta.
“perfect Girl” Concept by
Agency: McCann Erickson, Prague, Czechoslovakia
Creative Director: Lars Killi
Copywriter: Jaromir Fischer
Art Director: Alla Havlickova
Photographer: Goran Tacevski
Thx, moviematica!
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5 commenti:
Sì, il tuo sentore sembra più che ragionevole.
... e il tema rimane difficilissimo da trattare. Ci tornerò su.
Probabilmente non distoglie e non sensibilizza, ma trovo faccia comunque riflettere, fosse anche solo chi è già disposto/predisposto a riflettere.
Noi ci immaginiamo sempre che la Barbie "sia" anoressica e invece vederla resa "davvero" anoressica rende l'idea di come i modelli di bellezza siano non solo poco irrealistici ma anche non salutare e assolutamente "non belli".
Questa bambola è tutto tranne che attraente e in questo la campagna mi sembra riuscita.
:0)
Ho biscardato un po' nella fretta...
sarebbe dovuto essere "di come i modelli di bellezza siano non solo irrealistici ma anche non salutari e assolutamente non belli".
Sorry!!!
sì, Azzurra. Infatti nel link originale l'immagine ottiene commenti positivi, di plauso. Io sarei curiosa di vedere qlli negativi, anzi: negazionisti.
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