Dolls reflect. I mean, they reflect the Zeitgeist. They can (make us) think. * Le bambole riflettono. Cioè, riflettono lo spirito del tempo. E sanno (farci) riflettere.
domenica 23 gennaio 2011
(Dis)sacred doll
A S. Sebastian-themed contemporary art group exhibition is now on in Milan. Somehow, but not unexpectedly, S. Sebastian belongs to both sacred art e gay imagery, maybe due to the iconography depicting him as a strong, half-naked, wounded, suffering and ecstatic man. I happened to write an intro to Chan Park’s interpretation of this icon. I’m very conscious that it may provoke someone’s criticism because of the treatment of such subject. But I do register it as another relevant incursion of dolls in art. Here’s my text:
“Between ecstasy and torment – more ecstasy, would seem - ,
A powerful, silent, haloed, tatooed S. Sebastian.
All the motifs, colours, sacred art details
and the iconography of the pierced martyr,
here they are on the tough body of an action figure
showing it all summarized on his own skin:
but he’s not a statue, he can move.
Chan Park, half Japanese-half Corean visual artist now in Milan,
started from a poseable male doll to build
millimeter by millimeter a persona who is
filled with symbolic, erotic, mysterious pics.”
*
Una mostra collettiva di arte contemporanea sul tema S. Sebastiano è ora in corso a Milano. In qualche modo, ma non inaspettatamente, S. Sebastiano appartiene sia all’arte sacra sia all’immaginario gay, magari a causa dell’iconografia che lo ha sempre descritto come un uomo forte, seminudo, ferito, sofferente ed estatico. Mi è capitato di scrivere una intro all’interpretazione che di qsta icona ha fatto Chan Park. So che potrebbe provocare critiche da parte di qualcuno per il trattamento di un simile soggetto. Ma io la registro come un’ulteriore rilevante incursione delle bambole nell’arte. Ecco il mio testo:
“Tra estasi e tormento - più estasi, sembrerebbe -
un San Sebastiano possente, silente, aureolato, tatuato.
I motivi, i colori e i dettagli dell’arte sacra
e l’iconografia del martire trafitto da frecce,
eccoli sul corpo tosto di un’action figure maschile
che porta tutto in sintesi sulla propria pelle:
ma non è una statuina, si può muovere.
Chan Park, artista visuale nippo-coreano ora a Milano,
è partito da un bambolotto articolato per costruire
millimetro dopo millimetro un personaggio
ricoperto di figure simboliche, erotiche e misteriose.”
location:
www.pierpourhom.it
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Custom Search
Nessun commento:
Posta un commento