Long before Mattel launched the both famous and controversial Wheelchair Barbie in 1997, Madame Alexander issued (back in 1959) Marybel, the Doll who Gets Well. My doll collector friend Moviematica made me discover this case history, featuring an unfit doll come to light in a world and a period where polio was still affecting many kids. I’ll quote and translate for Italian friends:
Venerable New York dollmaker, Madame Alexander, created Marybel, “the Doll Who Gets Well,” as a friend for little girls afflicted with a myriad of malaise. Marybel’s rosy cheeks, delightful curls and amber “sleep eyes” (which Alexander invented in the 1940s) barely hinted at the hypochondriac heaven contained within the doll’s deluxe box set.
“hypochondriac heaven” sounds a bit
provocative and unrespectful if we talk about real children with real crutches.
Nevetheless, the doll came with a panoplia including crutches, leg and arm
casts, glasses, bandages and spots to simulate measles and chicken pox. Dealing
with a disabled doll and with disability in general – although temporary in the
doll’s storytelling – Madame Alexander’s Marybel seems to be a kind of tender caring/sharing
educational exemplum and possibly a little, touching attempt of managing diversity
in an aesthetically comformist society through the power of play.
Ben prima che Mattel lanciasse la famosa e controversa Wheelchair Barbie in sedia a rotelle nel 1997, Madame Alexander fece uscire (nel lontano 1959) Marybel, the Doll who Gets Well – (“Marybel, la bambola che guarisce” e naturalmente si perde la rima). La mia amica doll collector Moviematica mi ha fatto scoprire qsta case history, che ha come protagonista una bambola non-allineata venuta alla luce in un mondo e in un’epoca in cui la polio colpiva ancora molti bambini. Cito la mia fonte e traduco per gli amici italiani:
Rispettata
fabbricante di bambole a New York, Madame
Alexander, creò Marybel, “the Doll Who Gets Well,” come compagna per una
bambina aflitta da una miriade di malattie. Le guanciotte rosee di Marybel, i deliziosi
broccoli e gli occhi ambrati che si aprivano e chiudevano (che l’Alexander
inventò negli anni ‘40) alludevano a malapena al paradiso per ipocondriaci
contenuto nella lussuosa scatola della bambola.
“paradiso per ipocondriaci” suona un po’ provocatorio e irrispettoso se parliamo di bambini veri con stampelle vere. Comunque la bambola era venduta con una panoplia di accessori comprendente stampelle, ingessatura per la gamba e per il braccio, occhiali, bende e macchie per simulare il morbillo e la varicella. Affrontando il tema della bambola disabile e la disabilità in generale – benché temporanea nello storytelling riferito a questa bambola – la Marybel di Madame Alexander sembra essere una sorta di esempio educativo di cura e condivisione e, se possibile, un piccolo commovente tentativo di gestire la diversità in una società esteticamente conformista – di gestirla tramite il potere del gioco.
thx http://www.jeremyriad.com/blog/toy-talk/meet-marybel-the-doll-who-gets-well/ for inspiring this post, and thx Azzurra!