domenica 31 ottobre 2010

Feet-ish!


… this is the striking title popped out in my mind when I saw this marvellous photo by collector friend Pamela aka Pamdelo, after asking her a shooting to promote the last silver charms left from “P” collection. P stands for Pietro, a friend who passed away in 2006. He was a goldsmith and a doll collector and personally crafted these pieces in 750 silver, paying homage to vintage Barbies tiny accessories.

To him it has been a divertissement, so he made Barbie’s open toe shoe, Barbie’s signature “B”, Barbie’s first sunglasses, Barbie’s profile, and Barbie’s tiny doll. You can add these charms to a string to make a necklace, to a bracelet, to your mobile phone to recognize it, to yr USB pen (this is exactly what I did), to yr Blythe doll as a pull-string ring (Pamela’s great suggestion) or [INSERT YR FAV]

Please view the complete series here and also here!
And drop me an email if interested. Thanks!
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Qsto è il fulminante titolo che mi è venuto in mente non appena ho visto qsto meraviglioso scatto di Pamela aka Pamdelo, amica (e) collezionista, cui avevo chiesto un servizio fotografico per promuovere gli ultimi ciondoli rimasti della “P collection”. P sta per Pietro, un amico che è mancato nel 2006. Era un orafo e un doll collector e personalmente ha realizzato qsti pezzi in argento 750 per rendere omaggio ai minuscoli accessori delle Barbie vintage.

È stato un divertissement, per lui. Così ha fatto il sandalino aperto (open toe) di Barbie, la “B” del logo originale, i primi occhiali da sole di Barbie, il profilo di Barbie, e la bambolina Barbie di Barbie. Tutti d’argento. Come usare qsti charms? Si possono appendere al loro cordino per farne una collana, ad un braccialetto, al cellulare per riconoscerlo, alla chiavetta USB (che è esattamente qllo che ho fatto io), al posto dell’anello sulla cordicella che muove gli occhi di Blythe, per chi ce l’ha (qsto è il suggerimento di Pamela), or [INSERIRE IDEA]

Prego, guardatevi la serie completa qui e anche qui!
E mandatemi una mail se interessati. Grazie!

sabato 30 ottobre 2010

Swirl portrait


Good thing that here’s a doll portrait to make up for the numerous portrait dolls I’m spotting around lately. And I could go further by saying that portraying a doll thus making her a “persona”, is as much a celebrity index as dollifying a human celebrity. What you see here is a Swirl Ponytail Barbie by Marlene Dumas now exhibited in Berlin at Haus der Kunst.
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Meno male, anche un ritratto di bambola per compensare tutte qlle bambole-ritratto che becco in giro ultimamente. Potrei andare oltre e dire che ritrarre un bambola, facendone un personaggio, è un indice di celebrità tanto quanto trasformare una celebrità umana in bambola. Quella qui sopra è una Swirl Ponytail Barbie dipinta da Marlene Dumas ed ora in mostra a Berlino, Haus der Kunst.


marlene dumas
barbie, the original, 1997
private collection
© marlene dumas

martedì 26 ottobre 2010

“Until Death Do Us Part”


The suicidal bride doll in the morgue. Forgive her. There is a specific genre in OOAK doll makeovers, and it has to do with the dark side of the doll concept. Creative outputs range from very poor to very fine, as it is the case IMO with this doll by Finnish OOAker emiliacouture – em’lia on flickr. The doll, the scene, the photo itself are at one with a concise, motivated and moving story-telling. Pls read below:
"Presenting Shame, the last doll in the bridal horror collection Autumn 2010 by emiliacouture.

Left in the altar and believing her life to be over this fragile creature takes a bath accompanied by a razor and sleeping pills. The regretful groom returns from his escapade with the maid of honour now ready to take his vows, ready to apologies, but it is too late. He finds his bride at a morgue ready to be placed in a casket and still wearing her virgin white.

“Shame”, the fourth and last doll in the “Until Death Do Us Part” collection, brings us to a full circle and to witness another suicide. Shame is the other side of the same coin as Honour, only driven to her deed by shame and desperation instead of yearning for honour. The suicide of Alexander McQueen was a shock and a loss to the world of fashion and I still cannot accept that he took his own life. He had lost both his love and his mother within a year of his death, but I keep thinking would I do the same? If I felt I had lost it all, all reason to live for, would I too take my own life or is there always another way out? Suicide is a horrible burden to bear for those left behind and the stigma of guilt makes it difficult to process and overcome. My message is for all to speak out and to listen, to accept and embrace, and most importantly to forgive.

Tonner’s Alabaster Antoinette (17” vinyl doll), her face resculpted and painted, her body blushed. She has stitched scars on her wrists and an autopsy scar on her chest. She has been given a short white mohair hair in a simple gel updo. She wears a transparent white lace wedding gown with a plunging neckline and long swallowtail trail over a frilled petticoat. Her lace shoes are hand sculpted and painted."

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La bambola sposa suicida all’obitorio. Perdono per lei. Esiste un genere specifico di bambole OOAK, ed ha a che fare con il lato oscuro del concetto stesso di bambola. I risultati creativi vanno dal molto misero al molto raffinato, come è il caso a mio parere di qsta bambola della finlandese emiliacouture – em’lia su flickr. La bambola, la scena, la foto stessa sono tutt’uno con una narrazione stringata, motivata e commovente. Da leggere qui sotto (la traduzione è mia):
"Ecco a voi Shame, l’ultima bambola della serie spose horror Autunno 2010 di emiliacouture.

Abbandonata sull’altare, convinta che la sua vita sia finita, qsta fragile creatura fa un bagno in compagnia di una lametta e di sonniferi. Lo sposo, pieno di rimorso, ritorna dalla sua fuga con la damigella d’onore ora pronto a pronunciare le promesse nuziali, a chiedere scusa, ma è troppo tardi. Trova la sua sposa all’obitorio, pronta per essere messa nella bara, ancora vestita del suo virginale abito bianco.

Con “Shame” (NdR: Vergogna), quarta e ultima bambola della serie “finché Morte non ci separi”, il cerchio si chiude e siamo testimoni di un altro suicidio. Shame si trova sull’altro lato e sullo stesso angolo di Honor (NdR: Onore, un’altra bambola della serie), spinta all’atto fatale dalla vergogna e dalla disperazione anziché dall’ardente desiderio di onore. Il suicidio di Alexander Mc Queen è stato uno shock e una perdita per il mondo della moda e ancora non riesco ad accettare il fatto che si sia tolto la vita. Nel volgere di un anno aveva perso il suo compagno e la madre, ma continuo a pensare: io avrei fatto la stessa cosa? Se mi fossi sentita come una che ha perso tutto, perso ogni ragione per vivere, mi sarei tolta la vita anch’io o esiste un’altra via d’uscita?

Il suicidio è un orribile peso da sopportare per quelli che rimangono e lo stigma della colpa rende difficile elaborare il dolore e venirne fuori. A tutti il mio messaggio è: parlate, ascoltate, accettate, abbracciate. E, più di tutto, perdonate.

Alabaster Antoinette della Tonner (vinyl doll alta 17”) volto riscolpito e ridipinto, sul corpo, qualche ritocco di colore per rendere l’incarnato. Cicatrici dei punti sui polsi e la sutura dell’autopsia sul petto. Capelli corti di mohair bianco, raccolti con semplicità e fermati col gel. Abito da sposa trasparente di pizzo bianco con profonda scollatura a punta e lungo strascico – sotto, una sottoveste a volants. Scarpe di pizzo scolpite e dipinte."


Thx, Ross!

sabato 23 ottobre 2010

Missitude


Should someone epitomize the missitude, i.e. the essence of being a Miss, this is Tingeisha, a custom Blythe doll by Otto Kinder. I find her a mix of allure, irony, humour, perfect craftsmanship, kidult playfulness, lovely colour palette. Ah, and a dramatic pic, no, 2: one to draw yr attention on her metallized, kinda alien, eyelids; the other one, to highlight her missy tiara.
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Se uno o una dovesse rappresentare la missitudine, cioè l’essenza dell’essere una Miss, ecco qui Tingeisha, una Blythe customizzata da Otto Kinder. Trovo che sia un misto di allure, ironia, humour, perfetta artigianalità, giocosità infantil-adulta e una magnifica palette di colori. Ah, e un’immagine incisiva. Anzi due: una per attirare la vostra attenzione sulle sue palpebre metalizzate, con un che di alieno; l’altra, per mettere in rilievo la sua tiara da Miss.

mercoledì 20 ottobre 2010

297 tamed stereotypes


Yes, another post on stereotypes! Barbieturici (i.e. a pun mixing Barbie + barbiturates) is an interesting Barbie art installation by Nicola Mette now exhibiting in Rome, at Museo della Civiltà Romana - and it’s all about stereotypes of identities and globalization. But not a multicultural globalization. I’d rather say a tamed one. Antonio Russo, Italian top doll collector and dollcultural person, who made this work possible by lending the artist 297 of his Barbies, told me he studied a number of additional stereotypes by dressing dolls to e.g. outline the typical gay or lesbian person, and immensely enjoyed collecting that wonderful kitsch icon made by the Dolls of the World – doll series which is the very version of the various ethnographic typologies as seen by an Hollywoodian B movies studio costume designer.
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Sì, un altro post sugli stereotipi! Barbieturici è un’interessante installazione di Barbie art realizzata da Nicola Mette ora in mostra a Roma, al Museo della Civiltà Romana. Il tema è quello degli stereotipi delle identità e della globalizzazione. Non una globalizzazione multiculturale, ma anzi direi addomesticata. Antonio Russo, doll collector italiano da primato e figura dollculturale che ha reso possibile l’opera prestando all’artista 297 delle sue Barbie, mi ha detto di aver studiato una serie di stereotipi aggiuntivi ad es. vestendo bambole per farne il gay o la lesbica tipici, e di essersi immensamente divertito a mettere insieme quell’icona kitsch che è la serie Dolls of the World – praticamente la visione delle varie tipologie etnografiche filtrate attraverso la mente del costumista di uno studio Hollywoodiano di B movies.

lunedì 18 ottobre 2010

Counterstereotypes

Burnt, hanging, dark, rotten, plagued, beheaded Barbies are nothing original. They just are the exact counterstereotypes of brand-new, wiggling, pink, fluffy, bimbo and overcombed Barbies. Otherworldly, both sides of this paradigm - the hideous-adored doll - have become too much predictable. So, collectors, manufacturers and creators out there might relax and rethink everything, a bit more out of the box. Metamorphosis and irony can well be interesting directions.


Barbie bruciate, appese, dark, putrefacenti, afflitte, decapitate non sono niente di originale. Sono solo l’esatto contro-stereotipo delle Barbie nuovissime, sculettanti, rosa, vaporose, stupidine e iperpettinate. In altre parole, entrambi i lati di qsto paradigma - l’odiosamata bambola – sono diventati troppo prevedibili. Allora collezionisti, produttori e creatori là fuori potrebbero rilassarsi e ripensare alla cosa evitando i soliti schemi. Metamorfosi e ironia possono anche essere direzioni interessanti.

venerdì 15 ottobre 2010

Blog Action Dolls


Today is Blog Action Day 2010, when thousands of bloggers from all over the world - each one in its voice, style and tone - post on one issue. The WATER Issue, this time. I’ve chosen two images. One is a pool-bathing doll, an unreal person in real water. The other one, the hyperrealistic sculpture of a swimmer, an unreal person whose body’s dripping simulated water. So, while we can enjoy swimming pools and celebration of water sports, “every day, women and children in Africa walk a combined total of 109 million hours to get water. They do this while carrying cisterns weighing around 40 pounds when filled in order to gather water that, in many cases, is still polluted.”


Oggi è il Blog Action Day 2010, giorno in cui migliaia di blogger di tutto il mondo - ciascuno con la propria voce, il proprio stile e il proprio tono – postano su un unico tema. La questione ACQUA, stavolta. Ho scelto due immagini. Una è una bambola che fa il bagno in piscina, ossia una persona non reale in acqua vera. L’altra è la scultura iperrealista di un nuotatore, una non persona con il corpo stillante acqua simulata. Così, mentre noi abbiamo piscine di cui godere e celebriamo gli sport acquatici “ogni giorno, donne e bambini in Africa camminano il totale di 109 milioni di ore per prendere l’acqua. Lo fanno trasportando taniche che, riempite, pesano 18-20 Kg e per raccogliere acqua che in molti casi è perdipiù inquinata.”

Doll ph: Pamdelo on flickr
sculpture by Carole Feuerman

Change.org|Start Petition

mercoledì 13 ottobre 2010

Casey’s case


Casey’s short bob can be longer or shorter. Or not being a bob at all! Look at this pic sent to me by a collector friend (I’ll always praise the pleasure of sharing!): the long-haired Casey in the middle might be a rare variation of this MOD doll. Have you ever spotted one? Casey is a teenager Mattel doll issued in 1967, very Brit in her style and mood - as London was then kinda center of the world – and possibly one of the most androgynous dolls in the bunch. Don’t think intentionally androgynous.
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Il caschetto di Casey può essere più lungo o più corto. O non essere per nulla un caschetto! Guardate qsta foto che mi ha mandato un’amica collector (sempre loderò il piacere del condividere!): la Casey coi capelli lunghi nel mezzo potrebbe essere una rara variante di qsta bambola MOD. Mai trovata una? Casey è una bambolina teenager che la Mattel produsse nel 1967, molto british come stile e spirito – Londra era più o meno il centro del mondo all’epoca – e probabilmente una delle bambole più androgine del gruppo. E non credo androgina intenzionalmente.

THX Maria!

domenica 10 ottobre 2010

Elevation


Against combing dolls meant as the most unuseful way to spend one’s time, I want (you) to stop before this stunning - kinda twisted and so vertical – platinum doll hairstyle by Simone Dell’Erba aka METADOLLS. He’s an Italian OOAKer with a particular talent and twist not only in exaggerating shapes, hyperdecorated styles and colorful visions, but also let me say in doll architecture. Not so frequently are seen such original, essential and spectacular updos, not even in official i.e. human-scale fashion shows. It somehow elevates amazement.
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Contro il pettinare le bambole inteso come il più inutile dei modi di passare il tempo, vorrei farvi/potermi fermare davanti a qsta sbalorditiva - avvitata e così verticale – acconciatura platino per bambole di Simone Dell’Erba ovvero METADOLLS. Lui è un creatore italiano di OOAK con un talento e un particolare svirgolìo non solo per le forme esageranti e i modelli iperdecorati e le visioni colorate, ma proprio per l’architettura delle bambole. Non è che si vedano tanto spesso delle pettinature raccolte così originali, essenziali e spettacolari, nemmeno nelle sfilate di moda vere in scala umana. Direi che eleva lo stupore.

venerdì 8 ottobre 2010

Dalilips


Mae West's lips by Salvador Dalì as a doll sofa? Why not!? This is in fact the 1:5 scale piece, maybe suitable for Barbie & C. I’ve seen it today here in Milan at the mega-exhibition on Salvador Dalì. The lips-shaped sofa is actually an element of Dalì’s 3D version of his surrealist Mae West portrait: the Mae West Room. This room has now been recreated in Milan as a bonus for the visitors of the event, who can can take a seat and a pic of themselves on those iconic lips. The final effect is simultaneously being part of a furniture and a face - a face framed by blonde wavy hair.
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Le labbra di Mae West viste da Salvador Dalì come divano per bambole? Ma perché no!? Qsta è infatti la versione in scala 1:5, probabilmente adatta per Barbie & C. L’ho vista oggi qui a Milano alla mega-mostra su Salvador Dalì. Il divano a forma di labbra è in realtà un elemento del ritratto surrealista che Dalì fece a Mae West, trasposto in 3D come Stanza di Mae West. Qst’ambiente è ora stato ricreato a Milano come sorpresa per i visitatori dell’evento, che possono accomodarsi e fotografarsi su qlle iconiche labbra. L’effetto finale è qllo di far parte di un arredo e al tempo stesso di un volto - un volto incorniciato da capelli biondi e ondulati.

giovedì 7 ottobre 2010

my “I-dolls” on fashionblabla!


Bello, I’m happy! For the first time, a fashion mag is featuring a dollcultural column. Starting today, fashionblabla-il battito della rete (i.e. "the beat of the web) will host "I-dolls", my blog-style column aiming to show the complex, curious, creative, critical, controversial relationship between dolls and fashion. "I-dolls" has been defined as something situationist within the mag. So, let's see the sit develop!

fashionblabla is an online mag directed by Arianna Chieli, journalist/writer, and co-written by a bunch of journalists and fashion-bloggers. As I'm not a fashion blogger, who am I? A dollcultural blogger.
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Bello, sono contenta! Per la prima volta, una testata dedicata alla moda pubblica una rubrica dollculturale. Da oggi, fashionblabla-il battito della rete ospita "I-dolls", la mia rubrica in forma di blog decisa a mostrare la complessa, curiosa, creativa, critica, controversa relazione esistente tra la moda e le bambole. "I-dolls" è stata definita una deriva situazionista all'interno del magazine. Vediamo allora come evolve la situazione!

Dirige fashionblabla Arianna Chieli, giornalista e scrittrice, lo co-realizza un gruppo di giornaliste e fashion blogger. Ma non essendo io una fashion blogger, che cosa sono? Una blogger dollculturale.

ph: Giacomo Montanaro, Superstar Barbie

martedì 5 ottobre 2010

Doll [insert art category]



Pop, kitsch, camp, classic, contemporary… insert what you want in the above parentheses when you check this magazine page and let yr impressions flow. I think that in this genial and congested mix (including the notorious doll), no one is missing of those archetypes related to the most excessive and colourful American lifestyle. No one.
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Pop, kitsch, camp, classico, contemporaneo… inserisci mentalmente tra le parentesi lì sopra una categoria a piacere mentre guardi qsta pagina di una rivista, e lascia scorrere le impressioni. Credo che in qsto geniale e congestionato mix (comprendente la nota bambola), degli archetipi dello stile di vita americano più eccessivo e colorato non ne manchi nemmeno uno. Ma proprio nemmeno uno.

domenica 3 ottobre 2010

Doll-shaped mood


A doll-shaped, vintage ring from the very first 60s. A doll collector friend showed it in Rimini doll convention and I said, to her astonishment: “Yr ring is a dolly!”. Ok, ok. Maybe I’m too much in the METAMORFOSI contest mood (the contest challenge will be transforming dolls into objects and viceversa)… however this is a OOAK, unique, custom made ring designed by her aunt. Gold, 3 tiny diamonds, onyx. I found it stylish, I see it somehow sculptural. Don’t tell me I see dolls everywhere.
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Un anello vintage a forma di bambola, dei primissimi anni ’60. Lo indossava un’amica doll collector alla doll convention di Rimini e io le ho detto, con sua meraviglia: “Il tuo anello è una bambolina!”. Ok, ok. Mi sa che sono troppo nello spirito del contest METAMORFOSI (la cui sfida sarà trasformare bambole in oggetti e viceversa)… e però qsto è un anello OOAK, pezzo unico realizzato su disegno di una zia della mia amica. Oro, 3 piccoli brillanti, onice. Trovo che abbia un suo stile. Ci vedo qualcosa di scultoreo. Non ditemi che vedo bambole dappertutto.

ph + ring + story: Daneel. Thx 4 everything!

venerdì 1 ottobre 2010

Our next contest!


METAMORFOSI (i.e. metamorphosis) is our new contest and the challenge is transforming dolls into objects, and/or viceversa. Rules & regulations - just as well published - below, just scroll this page and you'll find it (in Italian, English coming soon for those interested). FREE DOWNLOAD from slideshare (the black rectangle on this page, left column) of the Doll News #57 with more info on the contest and the venue.
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METAMORFOSI è il nostro nuovo contest e la sfida è trasformare bambole in oggetti, e viceversa. Regolamento finalmente pubblicato: basta scrollare e lo vedete a fondo pagina. GRATIS da scaricare da slideshare (rettangolo nero della colonna a sinistra in basso su qsta pagina) c'è anche la Doll News #57 con più info sul contest e sul luogo dove si svolge.
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