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domenica 17 giugno 2012

MDNA + DOLLS = MDOLLS



It is with considerable kairòs* that Mario & Gianni, aka the dollartistic duo Magia2000, wanted their MDOLLS grand opening just one day before Madonna’s concert in Milan. Add a perfect location (Atelier ABC mannequins) and the surprise ingredient of an emerging fashion designer i.e. Florina Ivascu, with purposely crafted paper outfits. Back to the dolls, anyway: 20 Madonna dolls reproducing concert or video celebrated looks, and a stunning likeness in each repainting. So much credible were these portrait dolls, that a visitor didn’t know they used to be Mattel Barbie dolls (actually, he didn’t even know what entity Mattel is). Although I’m not a fan and in general I don’t follow celebrities, my enchantment goes all to this sumptuous Confession Tour Madonna in black (s. above). The event will close on June 27, still time to go!

* to the ancient Greeks, kairòs was the perfect/most timely moment for doing something


È con considerevole kairòs* che Mario & Gianni, alias il duo dollartistico Magia2000, hanno voluto l’inaugurazione del loro evento MDOLLS il giorno prima del concerto di Madonna a Milano. Aggiungete una  ocation perfetta (Atelier ABC mannequins) e l’ingrediente-sorpresa di una fashion designer emergente, Florina Ivascu, con abiti di carta create apposta. Ma torniamo alle bambole: 20 Madonna dolls che riproducono look celebrati da concerto da video; una stupefacente somiglianza in ogni repainting. Così tanto credibili erano queste bambole-ritratto, che un visitatore non sapeva che in partenza erano state Barbie della Mattel (in realtà, costui non sapeva memmeno che razza di entità sia Mattel). E benché io non sia fan e non segua alcuna celebrity, tutto il mio incantamento va a questa sontuosa Madonna in nero di Confession Tour (v. sopra). L’evento chiude il 27 giugno, c’è ancora tempo per andarci!

 * per i Greci antichi, kairòs era il momento perfetto/più opportuno per fare qualcosa


+ > (Italian only): Pamifashiondoll’s blog

giovedì 24 maggio 2012

Contemporary idol(l)

This is the essence of collecting in a pop, extreme, desacrating interpretation: the Virgin Mary hybridized with a piece of My Little Ponies, meaning that the visual borders between different cults can be very subtle.
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Qsta è l'essenza del collezionismo in un'interpretazione pop, estrema, dissacrante: la Vergine Maria ibridata con un  esemplare di My Little Ponies, a significare che i confini visuali tra culti differenti possono essere molto sottili.

source: Elena Murtas, Teddy Balocchi

sabato 28 gennaio 2012

Vacuum packed couples


What are you seeing here: vacuum packed couples asking to be depacked, with their harsh colours and their incongruously shining skin - forever young and looking like plastic - or rather consenting prisoners? Or again, plastic dolls to be never removed, perversely preserved for a future Wunderkammer? Is this photo metaphoring the asphyxia of some real life or even synthetic relationships.
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Cosa vedete qui: coppie sottovuoto che chiedono di essere spacchettate, coi loro colori squillanti e la loro pelle incongruamente lucida, eternamente giovane, plasticosa nell’aspetto – o piuttosto, prigionieiri consenzienti? O ancora, bambole di plastica da non rimuovere, perversamente preservate per una futura Wunderkammer? Forse qsta foto vuole essere metafora dell’asfissia di alcune relazioni sia reali sia sintetiche.

Click here for the complete series.

venerdì 10 giugno 2011

Dancing dolls…


… or better, doll presence in life and music and creativity – therefore in video promo,too. There it is, Nickis Fabbrocile’s “Free Fantasy dolls” you can listen and watch right now. Fashion dolls are not spurious or subliminal or used as an attention-getter here, nor a fad. They are a very part of the artist’s world. Beyond singing, Nickis has in fact a very own and personal and whimsical and graphical touch in creating visionary OOAK dolls. Since his dolls love music, his music requires his dolls – and I find all this very interesting from my dollcultural viewpoint.
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… o per meglio dire, presenza di bambole nella vita nella musica e nella creatività – perciò anche nel video promo. Ecco “Free Fantasy dolls” di Nickis Fabbrocile, subito da guardare e ascoltare qui. Le fashion doll non sono pretestuose o subliminali o usate per catturare l’attenzione e nemmeno una mania del momento. Sono una parte importante del mondo di Nickis che, oltre a cantare, ha un modo molto personale e capriccioso e grafico di creare bambole OOAK visionarie. Dato che le sue bambole amano la musica, la sua musica vuole le bambole – e io trovo tutto questo molto interessante dal mio punto di vista dollculturale.

lunedì 17 gennaio 2011

Just Justin


Are we sure that a Justin Bieber singing doll is a must-have? I’m not into pop celebs, and I just have an idea of what this guy means in terms of (fleeting, I suppose) web popularity. Someone thought it had to be dollified too - serially dollified, for the pleasure of his fans, taking for granted that they are happy with the doll likeness. Which fans, I wonder: young girls? Naaah. Male adult collectors? Uhm. Maybe the tween segment. But I think this segment would rather play with the real JB. Sincerely, I don’t know, don’t have, must not.
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Siamo sicuri che una bambola cantante di Justin Bieber sia doveroso averla? Io non m’interesso più di tanto di celebrità pop, ed ho giusto un’idea di che cosa qsto ragazzino significhi in termini di (fugace, suppongo) popolarità sul web. Qualcuno ha però pensato che lo si dovesse bambolizzare, in serie, per il piacere dei fans, dando per scontato che la somiglianza della bambola li soddisfi. Quali fans, mi chiedo: le bambine? mmmh. I collezionisti maschi adulti? mmmh. Forse per le adolescenti. Ma mi sa che qsto segmento preferirebbe giocare con JB in carne ed ossa. Sinceramente, non so, non ho, non sono tenuta ad avere.

THX, Vito :)

domenica 21 novembre 2010

BJ…Degrees of separation


Despite the fact I’m not very much in BJDs (= ball-jointed dolls), I like to share with you this case, drawn to my attention by one of my most propositive blog-readers (thx, Julie!): Rozen Maiden, a manga where protagonists are BJDs and some humans, in a very Japanese plot featuring Jun, an hikikomori boy (= self-segregated person), his sister Nori and their adventures, bringing Jun back to a normal life again. Dolls usually derive from fantasy characters or human celebrities. Here the BJD manga have instead generated themselves as collectible BJDs - lots of. In a “degrees of separation” framework, very close is then the relationship among the doll as a character in the narrative series, the doll as a collectible item in real life, the creators of both, and the collectors’ community who’s probably manga and doll addicted.
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Anche se non mi occupo molto di BJD (ball-jointed dolls, le bambole articolate con giunti sferici), vorrei condividere con voi qsto caso, segnalatomi da una delle più propositive lettrici del presente blog (grazie, Julie!): Rozen Maiden, un manga che ha per protagoniste delle bambole BJD e alcuni umani, in una trama molto jap che vede Jun, un ragazzo hikikomori (auto-segregato in casa), sua sorella Nori e le loro avventure, che riporteranno Jun ad una vita normale. Di solito le bambole derivano da personaggi di fantasia o da celebrità in carne ed ossa. Qui invece le bambole BJD del manga hanno generato se stesse come bambole da collezione – tante, di tanti tipi. Volendo dunque parlare di “gradi di separazione”, molto stretta è la relazione che intercorre tra la bambola come personaggio della serie narrativa, la bambola come oggetto da collezione nella vita reale, i creatori di entrambe, e la community dei collezionisti probabilmente fanatici sia di manga che di bambole.

domenica 14 novembre 2010

Pop on the pins


“Straight to hell” by Antonio Marciano, exhibiting at limitednoartgallery here in Milan. This is what and where, and the pic here above is an example. Why here on this blog, will be rapidly explained: because the artist creates pop icons with those toy-pins or toy-nails, the colorful ones. And aren’t these tiny pins kinda plastic pixels? And playing with toys designing beauties and bodies, isn’t it also dollculturally pertinent? IMHO, it is.
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“Straight to hell” di Antonio Marciano, in mostra da limitednoartgallery qui a Milan. Questo riguarda il cosa e il dove, e l’immagine qui sopra esemplifica. Ma perché proprio su qsto blog, lo si spiega rapidamente: perché l’artista crea icone pop con quei chiodini-giocattolo, qlli colorati. E non sono qsti chiodini come una specie di pixel di plastica? E giocare coi giocattoli disegnando bellezze e corpi, non è forse pertinente da un punto di vista dollculturale? Io direi che lo è.

martedì 5 ottobre 2010

Doll [insert art category]



Pop, kitsch, camp, classic, contemporary… insert what you want in the above parentheses when you check this magazine page and let yr impressions flow. I think that in this genial and congested mix (including the notorious doll), no one is missing of those archetypes related to the most excessive and colourful American lifestyle. No one.
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Pop, kitsch, camp, classico, contemporaneo… inserisci mentalmente tra le parentesi lì sopra una categoria a piacere mentre guardi qsta pagina di una rivista, e lascia scorrere le impressioni. Credo che in qsto geniale e congestionato mix (comprendente la nota bambola), degli archetipi dello stile di vita americano più eccessivo e colorato non ne manchi nemmeno uno. Ma proprio nemmeno uno.

martedì 25 maggio 2010

A crying Ponytail


The essential of a blonde ponytailed girl cries her surrealist-pop tears all in one. Kinda Blonde Ponytail Barbie in a desperate love, or who knows – my after-meditation. This is actually Roy Lichtenstein’s “Girl with Tear”, painted in 1977 (now in NYC S. Guggenheim Museum's) and seen, before the exhibition ended, here at Milan’s Triennale in “Meditations on art” celebrating Roy Lichtenstein’s work.

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L’essenziale di una ragazza bionda con la coda di cavallo piange tutte le sue lacrime pop-surrealiste condensate in una sola grande lacrima. Una specie di Barbie Ponytail bionda in un amore disperato o chissà – ma questo sono mie sovrameditazioni. È in realtà “Girl With Tear” di Roy Lichtenstein, dipinta nel 1977 (e nelle collezioni del Solomon Guggenheim Museum di NYC) vista, prima che finisse, alla mostra della Triennale qui a Milano chiamata “Meditations on art” tutta dedicata all’opera di Roy Lichtenstein.

domenica 21 dicembre 2008

Don’t call her a doll

Eva, the first Fornarina doll. She’s not a doll. She’s a pop toy, a whimsical gadget. Too much a statuette for doll collectors. Non-poseable, non changeable, intended to appeal to fashion victims of La Fornarina brand, will che conquer them? I spotted her showcased 2 eve…nings ago. She’s a sort of aggressive angel, looking like a dissolute Barbie. I like the concept of Eva… the first doll. All in all interesting, but I wouldn’t call her a doll.
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Eva, the first Fornarina doll. Non è una bambola. È un pop toy, un gadget capriccioso. Troppo statuetta per piacere ai doll collectors. Non posabile, coi vestiti scolpiti addosso, fatta per ammiccare alle fashion victims del marchio La Fornarina, riuscirà nella loro conquista? L’ho vista in vetrina 2 sere fa. È una specie di angelo aggressivo, con un’aria da Barbie viziosa. Mi piace il concetto di Eva… la prima bambola. Interessante, ma non la direi una bambola.

domenica 7 settembre 2008

Pop stitch 01


I find it genial: cross stitching for portraying - as if it was about creating miniminiminidolls – a bunch of pop culture icons. as the tiny Amy Winehouse here. Please visit the link below 4 more.
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Lo trovo geniale: il punto croce per ritrarre – come se si trattasse di miniminiminibamboline – un bel po’ di personaggi-icona della cultura pop. come la piccola Amy Winehouse qui. Per vederne altre, un click sul link sotto.

http://www.flickr.com/photos/rubykhan/sets/72057594064982220/
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