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sabato 28 luglio 2012

A legend in Naples


The shield reads OSPEDALE delle BAMBOLE, which means "Doll Hospital". It's true in Naples. And it's a legend. It's pictoresque. It's a dream. It's a tradition. It's a decay. It's a realm. Fashion dummies are displayed too, as if they were giant dolls, which is what I always thought of them. These pictures are by (and come to me from) Bruno Cordioli aka br1dotcom, who took them purposely for me during a business travel to Napoli - thx!


Il cartello recita OSPEDALE delle BAMBOLE. Ed è una cosa vera a Napoli. Ed è una leggenda.
È pittoresco. È un sogno. È una tradizione. È uno sfacelo. È un regno. Ci sono anche dei manichini, in vetrina, come se fossero bambolone giganti, che è ciò che ho sempre pensato di loro. Qste immagini sono di (e vengono da) Bruno Cordioli aka br1dotcom, che le ha scattate apposta per me, di passaggio a Napoli per lavoro - grazie!

domenica 17 giugno 2012

MDNA + DOLLS = MDOLLS



It is with considerable kairòs* that Mario & Gianni, aka the dollartistic duo Magia2000, wanted their MDOLLS grand opening just one day before Madonna’s concert in Milan. Add a perfect location (Atelier ABC mannequins) and the surprise ingredient of an emerging fashion designer i.e. Florina Ivascu, with purposely crafted paper outfits. Back to the dolls, anyway: 20 Madonna dolls reproducing concert or video celebrated looks, and a stunning likeness in each repainting. So much credible were these portrait dolls, that a visitor didn’t know they used to be Mattel Barbie dolls (actually, he didn’t even know what entity Mattel is). Although I’m not a fan and in general I don’t follow celebrities, my enchantment goes all to this sumptuous Confession Tour Madonna in black (s. above). The event will close on June 27, still time to go!

* to the ancient Greeks, kairòs was the perfect/most timely moment for doing something


È con considerevole kairòs* che Mario & Gianni, alias il duo dollartistico Magia2000, hanno voluto l’inaugurazione del loro evento MDOLLS il giorno prima del concerto di Madonna a Milano. Aggiungete una  ocation perfetta (Atelier ABC mannequins) e l’ingrediente-sorpresa di una fashion designer emergente, Florina Ivascu, con abiti di carta create apposta. Ma torniamo alle bambole: 20 Madonna dolls che riproducono look celebrati da concerto da video; una stupefacente somiglianza in ogni repainting. Così tanto credibili erano queste bambole-ritratto, che un visitatore non sapeva che in partenza erano state Barbie della Mattel (in realtà, costui non sapeva memmeno che razza di entità sia Mattel). E benché io non sia fan e non segua alcuna celebrity, tutto il mio incantamento va a questa sontuosa Madonna in nero di Confession Tour (v. sopra). L’evento chiude il 27 giugno, c’è ancora tempo per andarci!

 * per i Greci antichi, kairòs era il momento perfetto/più opportuno per fare qualcosa


+ > (Italian only): Pamifashiondoll’s blog

mercoledì 9 maggio 2012

My MIA (Milan Image Art Fair) - II



This image by Angela Lo Priore - seen at MIA Fair and presented by Galleria Blanchaert - could steal its title from Patricia Cornwell’s “The body farm”. But it is not a factory where women are manufactured or recycled. Nor it’s a proper dummy or doll factory, despite the seriality of these bodies, faces, hairstyles and despite their anatomically retouched exterior kinda neutralising (or emphasizing? The same applies to many dolls, if you reflect) their sex appeal… This is a sort of onirical loft. And on a closer inspection, you’ll see these are real women. Seemingly identical, actually unique.
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Quest’immagine di Angela Lo Priore – vista a MIA Fair e presentata dalla Galleria Blanchaert – potrebbe rubare il titolo a “La fabbrica dei corpi” di Patricia Cornwell. Senonché, non si tratta di una fabbrica dove le donne vengono assemblate o riciclate. E nemmeno è una vera e propria fabbrica di manichini o di bambole, nonostante la serialità di questi corpi, facce, acconciature e a dispetto della loro anatomia esterna ritoccata a neutralizzare (o a enfatizzare? Lo stesso vale per molte bambole, a pensarci) il loro sex appeal. Qsto è una specie di loft onirico. E guardandole da vicino, vedrete che qste sono donne vere. In apparenza identiche, uniche in realtà.

Angela Lo Priore – Manichini Mannequins opera #2


domenica 25 marzo 2012

Take a large tour


When it comes to dollcultural phenomena, don't just browse doll websites, or attend doll conventions, or chat in the very same small and asphyctic doll collecting or OOAKers' microcommunities. Take the large tour instead. You might be amazed by encounters like this, with Popovy sisters for Schön! magazine, reading: "Who needs a real model to show off your creative designs when you can construct your own miniature models instead? Using their skills in sculpting and fashion design, that is exactly what Russian born designers and twin sisters Elena and Ekaterina Popovy do in order to create miniature fashion works of art."
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Quanto si tratta di fenomeni dollculturali, perché soltanto sfogliare i siti di bambole, o andare a convention di bambole, o chattare nelle stesse solite asfittiche microcommunities di collezionisti o creatori di bambole OOAK? Meglio prendere il giro largo. Potrebbe capitarvi di fare incontri come questo con le sorelle Popovy per Schön! magazine, dove si legge (la traduzione è mia): "A che vi serve una modella vera per far vedere i vostri progetti creativi quando potete invece costruirvi delle modelle in miniatura? Con le loro capacità di scultura e di fashion design, qsto è esattamente ciò che fanno le gemelle russe Elena and Ekaterina Popovy per creare mini opere d'arte fashion."

mercoledì 19 ottobre 2011

Hanging and waiting


A dress form is not the dress nor the person nor a body. It can be, however, a way to evoke the three of them. So you don’t know which doll dress will fit which doll, but you can see a doll body, sewn in its details, sculpted to portray without being a portrait, curvy and sexy and ever softer than the real doll’s. A dress form is in fact kinda patient placeholder, an incomplete secret between you and the couturier, an excuse to accept and love other forms of incompleteness as well.
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Una forma per abiti non è il vestito, né la persona, né il corpo. Può essere però un modo per evocarli tutti e tre. Così, non è dato sapere quale vestito di bambola starà a quale bambola, ma si può vedere un corpo di bambola, cucito nei dettagli, scolpito per ritrarre senza essere un ritratto, curvilineo e sexy e addirittura più morbido di qllo della bambola vera. Una forma per abiti è infatti una specie di paziente segnaposto, un segreto incompleto tra te e il sarto. Una scusa per accettare e amare anche altre incompletezze.

ph: Fashion Royalty dress form by crazydolls/flickr

giovedì 8 aprile 2010

Morton Bartlett’s (just) dolls


Morton Bartlett (USA, 1909-1992) made dolls. 15 dolls. Dolls? Maybe more dummies, or statues with some articulation. Half-scaled, pre-teenage, mostly female, precisely sculpted in plaster then painted and completed with wigs, dressed and photographed by the self-taught author, they still make a sort of disquieting unicum in vintage mood, IMHO alluding to the weak borders between an innocent and a morbid interest. Now exhibited in Turin under The Museum of Everything concept.

Morton Bartlett (USA, 1909-1992) fece bambole. 15 bambole. Bambole? Forse più manichini, o statue con qualche articolazione. In scala 1:2, pre-adolescenti, femmine perlopiù, scolpite con precisione in gesso e poi dipinte e completate con parrucche, vestite e fotografate dall’autore autodidatta, sono un unicum spiazzante dal mood vintage. Secondo me alludono in modo delicato al labile confine tra un interesse innocente e uno morboso. E sono ora e fino al prossimo 29 agosto esposte a Torino alla Pinacoteca Agnelli sotto il concept The Museum of Everything.

domenica 5 agosto 2007

Dollanatomy 01


I see a silent dialogue, a reciprocal influence between fashion dolls and dummies. Simply, decode the proportions and look at those mise-en-scène showcased all around as if they were in doll-scale, and look at doll dioramas as if they were life-size. In both cases and in a seeming parallel evolution, their anatomies reflect a body ideal. And the real life? Could be different.
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Vedo un dialogo silenzioso, un’influenza reciproca tra le bambole e i manichini. Semplicemente decodificando le proporzioni, guardate la mise-en-scène delle vetrine in giro come se fossero in scala bambolare, e guardate i diorami di bambola come se fossero in dimensioni reali. In entrambi i casi e in apparente evoluzione parallela le anatomie riflettono un’idea di corpo. E la realtà? Potrebbe essere diversa.

ph Marco Regalia, “Women in Windows” project
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