I don’t know if really our dolls are our double - meaning that they mirror what we are, or complete what we are not. Maybe this is just an excuse for me to post a sculpture by Aron Demetz, featuring a baby (doll?) on a gentle feminine figure’s back, and simultaneously, a frame from Gisèle Vienne’s “I apologize” dance performance, where dolls are dead and bleeding.
Not shown, for a matter of deep respect, the photo of Lorena, a 14 yrs old girl murdered in Italy last month by 3 “friends”. In this portrait, published by the media, an innocent doll collection lined up on shelves is the background for her already so adult expression.
*
Non so se realmente le nostre bambole siano il nostro “doppio” – nel senso che rispecchiano ciò che siamo, o completano ciò che non siamo. Magari è solo una scusa perché possa postare una scultura di Aron Demetz che ritrae un bebé (bimbo o bambola?) sulla schiena di una delicata figura femminile, e parallelamente, un frame dalla performance di danza “I apologize” (N.d.T. = domando scusa) di Gisèle Vienne, dove le bambole sono morte e sanguinanti.
Non mostro qui, per ragioni di profondo rispetto, la foto apparsa su alcuni giornali di Lorena, una quattordicenne assassinata il mese scorso in Italia da 3 “amici”. In qsto ritratto, un'ingenua collezione di bambole allineate su scaffali fa da fondale alla sua espressione già così adulta.
Nessun commento:
Posta un commento