sabato 27 aprile 2013

Marybel’s hypocondriac heaven


Long before Mattel launched the both famous and controversial Wheelchair Barbie in 1997, Madame Alexander issued (back in 1959) Marybel, the Doll who Gets Well. My doll collector friend Moviematica made me discover this case history, featuring an unfit doll come to light in a world and a period where polio was still affecting many kids. I’ll quote and translate for Italian friends:

Venerable New York dollmaker, Madame Alexander, created Marybel, “the Doll Who Gets Well,” as a friend for little girls afflicted with a myriad of malaise. Marybel’s rosy cheeks, delightful curls and amber “sleep eyes” (which Alexander invented in the 1940s) barely hinted at the hypochondriac heaven contained within the doll’s deluxe box set.

hypochondriac heaven” sounds a bit provocative and unrespectful if we talk about real children with real crutches. Nevetheless, the doll came with a panoplia including crutches, leg and arm casts, glasses, bandages and spots to simulate measles and chicken pox. Dealing with a disabled doll and with disability in general – although temporary in the doll’s storytelling – Madame Alexander’s Marybel seems to be a kind of tender caring/sharing educational exemplum and possibly a little, touching attempt of managing diversity in an aesthetically comformist society through the power of play.






Ben prima che Mattel lanciasse la famosa e controversa Wheelchair Barbie in sedia a rotelle nel 1997, Madame Alexander fece uscire (nel lontano 1959) Marybel, the Doll who Gets Well – (“Marybel, la bambola che guarisce” e naturalmente si perde la rima). La mia amica doll collector Moviematica mi ha fatto scoprire qsta case history, che ha come protagonista una bambola non-allineata venuta alla luce in un mondo e in un’epoca in cui la polio colpiva ancora molti bambini. Cito la mia fonte e traduco per gli amici italiani:

Rispettata fabbricante di bambole a New York, Madame Alexander, creò Marybel, “the Doll Who Gets Well,” come compagna per una bambina aflitta da una miriade di malattie. Le guanciotte rosee di Marybel, i deliziosi broccoli e gli occhi ambrati che si aprivano e chiudevano (che l’Alexander inventò negli anni ‘40) alludevano a malapena al paradiso per ipocondriaci contenuto nella lussuosa scatola della bambola.

paradiso per ipocondriaci” suona un po’ provocatorio e irrispettoso se parliamo di bambini veri con stampelle vere. Comunque la bambola era venduta con una panoplia di accessori comprendente stampelle, ingessatura per la gamba e per il braccio, occhiali, bende e macchie per simulare il morbillo e la varicella. Affrontando il tema della bambola disabile e la disabilità in generale – benché temporanea nello storytelling riferito a questa bambola – la Marybel di Madame Alexander sembra essere una sorta di esempio educativo di cura e condivisione e, se possibile, un piccolo commovente tentativo di gestire la diversità in una società esteticamente conformista – di gestirla tramite il potere del gioco.
 

5 commenti:

Anonimo ha detto...

mi piace immaginare che ognuna di queste bambole ha saputo portare momenti felici e spensierati a quelle bambine malate ed infelici... a loro modo hanno svolto una grande funzione sociale.
Ma forse ogni bambola lo ha sempre fatto e lo fa tutt'ora...

Doll Cult-ure ha detto...

e probabilmente è stato così per quanti (adulti) hanno avuto la sensibilità di comprarla. Ora sarebbe interessante scoprire se Marybel ha avuto davvero successo o se la sua diversità disturbava. Anch'io però penso che, una volta nelle mani della bambina destinataria, siano stati bei momenti.

emmag ha detto...

Cura dei dettagli strepitosa, una bambola elegante anche nell'infermità

Doll Cult-ure ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Doll Cult-ure ha detto...

sì, anche qsto impressiona. A ben pensarci, però, l'insegnamento è anche più profondo: tutti possiamo ammalarci; non è giusto lasciarsi andare; c'è amore anche nella malattia; poi si guarisce; non sei solo/a...

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