mercoledì 30 giugno 2010

Dolls to tell


Dolls play a particular role when they, in a protected environment, e.g. help abused children to report about their experience. It’s when the interviewer uses dolls to re-act the event, or asks the child to indicate on the doll’s body how things happened. It’s a very difficult, a very sensitive task, and somehow a controversial one: a doll might encourage the child to engage in fantasy, thus altering or contaminating or inventing the reality. Actually, a friend in the police told me that many children tend to innocently tell what happened – tell in words, even without dolls – at risk of being not believed or listened to! So maximum attention must be paid to any possible behaviour change they might show.
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Le bambole hanno un ruolo particolare quando per esempio, in un ambiente protetto, aiutano i bambini vittime di abusi a riferire la loro esperienza. È ciò che succede quando l’intervistatore si serve di bambole per rappresentare l’evento, o per chiedere al bambino di indicare sul corpo della bambola come si sono svolti i fatti. È un compito molto difficile, molto delicato, e in qualche modo controverso: la bambola potrebbe indurre il bambino ad agire di fantasia, così alterando o contaminando o inventando la realtà. In verità, un’amica nelle forze di polizia mi ha detto che molti bambini tendono a raccontare candidamente i fatti – con le parole, anche senza le bambole – correndo il rischio di non essere creduti o ascoltati! E così, si deve prestare la massima attenzione a qualsiasi loro comportamento insolito.

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