martedì 2 giugno 2009

He’s a doll. A dolls’ escort.



Words on packages are revealing. They state product identities, and must be clear (to the target audience) and unique (to emerge among competitors). Remember Ken? Ok, when Barbie’s most important biped accessory first appeared, his box read “he’s a doll” and “he’s Barbie’s boyfriend” – therefore reassuring, monogamous and under control. Today I found a nice Ken clone in a flickr pic. His name is Bill, and interestingly his box reads “your teen age dolls escort”. Aha. A clone, specified as “yours” to anticipate your feeling of owership, for a plurality of clone dolls – “teen age dolls!” – and bearing a job descritption of “escort” – therefore professionally polygamous, presumably a seducer, not so reassuring. And still you wonder why ken was successful and bill wasn’t?
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Le parole sulle confezioni sono rivelatrici. Stabiliscono l’identità dei prodotti, e devono essere chiare (per il pubblico di riferimento) e uniche (per distinguersi dai concorrenti). Ricordate Ken? Ok, al primo apparire del più importante accessorio bipede di Barbie, la scatola diceva “è una bambola” e anche “è il ragazzo di Barbie” – perciò rassicurante, monogamico e sotto controllo. Oggi ho trovato un bel clone di Ken su una foto di flickr. Bill è il suo nome e, cosa molto interessante, la sua scatola dice “l’accompagnatore delle tue bambole teenager”. Aha. Un clone, specificato come “tuo” per anticiparti un senso di proprietà, per una pluralità di bambole clone – teenager di età! – e descritto come “escort” – perciò professionalmente poligamo, presumibilmente seduttore, non così rassicurante. E ancora vi chiedete perché il successo abbia arriso a Ken e a Bill no?

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