sabato 1 gennaio 2011

Still Lovers


What do you see at first sight? What I did see, I’ll tell you later. Elena Dorfman, author of these images depicting the intimate and domestic lives of men and women who live with life-sized silicone sex dolls, saw remarkable beauty in such an under-examined subject. “Just by keeping the line of inquiry open” - these are the artist’s words - “I have been able to make images that raise questions.” Yes, questions. Like where is the aberrant in living with (and feeding, fitting, dressing etc…) a Real Doll – since it’s declaredly a sex doll, a still lover. Like what is intimacy, something shared in a couple or something unilateral, hidden, silent, then shown off to an audience thru the photographer. Or like where is the difference between a sex doll and an anatomically correct doll, is it a behavioural-dimensional one? What actually impressed me at first sight, as a punctum in R. Barthes’ meaning, was the dolls’ “flesh”, with flaws and dents and welding lines, so similar to scars on human skin. So fragile.


Cosa vedete a prima vista? Cos’ho visto io, ve lo dico dopo. Elena Dorfman, autrice di qste immagini sulla vita intima e domestica di uomini e donne che vivono con bambole erotiche di silicone a grandezza naturale, ha saputo vedere una notevole bellezza in un soggetto così poco trattato. “Semplicemente lasciando aperta la linea dell’indagine” – sono parole dell’artista – “sono riuscita a realizzare immagini che pongono delle questioni.” Questioni, sì. Tipo dov’è l’aberrazione nel vivere (e nutrire, acconciare, vestire, etc) una Real Doll – che è dichiaratamente una bambola per fare sesso, una muta amante. O tipo che cos’è l’intimità, qualcosa di condiviso in una coppia o piuttosto qualcosa di unilaterale, nascosto, silenzioso, poi però dato in pasto ad un pubblico per mezzo del fotografo. O tipo dov’è la differenza tra una sex doll e una bambola anatomicamente corretta, è una differenza di comportamento e scala dimensionale? In realtà ciò che ha più impressionato me a prima vista, come un punctum in senso barthesiano, è stata la “carne” delle bambole, con difetti e taglietti e linee di saldatura, così simili a cicatrici su pelle umana. Così fragile.


Punctum: an additional, not necessarily intentional element in a photo that is emotionally moving YOU. * Punctum: un elemento che in una foto sia supplementare, non necessariamente intenzionale, ma capace di toccarti emozionalmente.


Elena Dorfman, STILL LOVERS. Some of them now in Milan, at Triennale.

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