domenica 30 gennaio 2011

Pediofobia. Portraits.


Ambivalence is always interesting. Lisa Chi, a young artist from Bergamo, focused on PEDIOFOBIA as an opportunity to draw contemporary portraits. Their exhibition ended (alas!) today at Bergamo polarexpo. Technically speaking pediophobia is the fear of dolls. Actually, Lisa Chi’s project (and her previous BAMBOLA video performance too) hits the overwhelming expectations of the mass-media society on beauty ideals, of which dolls emboby a good number of dichotomous aspects.

From the artist’s statement:
PEDIOFOBIA, 2009/2010

Dolls are rather absurd characters, exasperatedly beautiful in their unreal bodies and ethereal perfection. That is exactly what the society of mass-media demands: we must turn ourselves into icons of beauty, timeless girls, always well dressed and neat. However, the idea of female beauty is now mutating. It seems that, in the common imaginary, it's been reached a kind of saturation. New horizons arise, also thank to means as the Internet; open, free dimension where people can show their uniqueness through their imperfection.
I look for and I find so many images of new dolls on the network, among the photos uploaded on Facebook and Myspace, and then I paint them, in the attempt to capture the dichotomous aspect of their personality. Strong and fragile, sweet but aggressive. Dolls that, with all their might, claim their existence, dolls that are no longer willing to remain in those strict boundaries of schemes too narrow. And so the new ideals of beauty appear, along with those new horizons in which we can experiment our imagination.

*
L’ambivalenza è sempre interessante. La giovane artista bergamasca Lisa Chi si è focalizzata sul tema PEDIOFOBIA come pretesto per disegnare ritratti contemporanei, la cui mostra chiude ahimè oggi al polarexpo di Bergamo. Tecnicamente parlando, PEDIOFOBIA è la paura delle bambole. In realtà, il progetto di Lisa Chi colpisce (e la precedente video performance BAMBOLA fa altrettanto) le sovrabbondanti aspettative della società mass-mediatica sugli ideali di bellezza, di cui le bambole incarnano un buon numero di aspetti contrastanti.

Nelle parole dell’artista:
PEDIOFOBIA, 2009/2010

Le bambole sono personaggi assurdi, di una bellezza esasperata fatta di corpi irreali ed eterea perfezione. Esattamente ciò che la società dei mass media ci chiede di diventare: icone di bellezza, bambine fuori dal tempo sempre curate e ben vestite. E' necessario chiedersi a cosa corrisponda oggi la femminilità, quell'intricato insieme di caratteristiche fisiche, psichiche e comportamentali giudicate dalla cultura occidentale come idealmente associate alla donna, e che la distinguono dall'uomo. Negli ultimi cinquanta anni le donne hanno preferito entrare nel mondo culturale maschile, anziché scegliere di ricollegarsi ad una genealogia femminile forte ma priva di potere sociale. Tuttavia, dopo anni di eccessi, l'idea di bellezza femminile sta mutando. C'è ormai una saturazione nel comune immaginario. Anche grazie ad internet si è aperto uno spazio in cui esibire la propria unicità attraverso l'imperfezione. Questo progetto nasce dalla ricerca di nuovi modelli di femminilità all'interno della rete. Le immagini vengono dipinte con l'obiettivo di catturare e celebrare la bellezza di queste nuove bambole e l'impossibilità di catalogarle in schemi troppo ristretti.



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