sabato 10 gennaio 2009

Doll rules VS Doll roles

In times when “religiously correct” dolls are issued, e.g. the Muslim Razanne and Fulla or the neo-evangelist Elsie, Laylie, Millie e Violet – all of them intended as anti-Barbie, considered too much assertive or bimbo – in these times, what an impression reading again a classical, “The Betrothed” by Alessandro Manzoni, and remembering how 400 yrs ago…
… Our unhappy Signora was yet unborn when her condition was irrevocably determined upon. It only remained to decide whether she should be a monk or a nun, a decision, for which, not her assent, but her presence, was required. When she was born, the Prince, her father, wishing to give her a name that would always immediately suggest the idea of a cloister and which had been borne by a saint of high family, called her Gertrude. Dolls dressed like nuns were the first playthings put into her hands; then images in nuns` habits, accompanying the gift with admonitions to prize them highly, as very precious things, and with that affirmative interrogation, `Beautiful, eh?` When the Prince, or the Princess, or the young prince, the only one of the sons brought up at home, would represent the happy prospects of the child, it seemed as if they could find no other way of expressing their ideas than by the words, `What a lady - abbess!` No one, however, directly said to her,`You must become a nun.`
In tempi in cui nascono bambole “religiosamente corrette” come le musulmane Razanne e Fulla o le neo-evangeliche Elsie, Laylie, Millie e Violet – le une e le altre anti-Barbie, biasimata come donna troppo assertiva o oca giuliva – in questi tempi, che effetto fa rileggersi “I Promessi Sposi” e ricordare come 400 anni fa…
… La nostra infelice era ancor nascosta nel ventre della madre, che la sua condizione era già irrevocabilmente stabilita. Rimaneva soltanto da decidersi se sarebbe un monaco o una monaca; decisione per la quale faceva bisogno, non il suo consenso, ma la sua presenza. Quando venne alla luce, il principe suo padre, volendo darle un nome che risvegliasse immediatamente l'idea del chiostro, e che fosse stato portato da una santa d'alti natali, la chiamò Gertrude. Bambole vestite da monaca furono i primi balocchi che le si diedero in mano; poi santini che rappresentavan monache; e que' regali eran sempre accompagnati con gran raccomandazioni di tenerli ben di conto; come cosa preziosa, e con quell'interrogare affermativo: - bello eh? - Quando il principe, o la principessa o il principino, che solo de' maschi veniva allevato in casa, volevano lodar l'aspetto prosperoso della fanciullina, pareva che non trovasser modo d'esprimer bene la loro idea, se non con le parole: - che madre badessa! - Nessuno però le disse mai direttamente: tu devi farti monaca.

+ > http://www.catholichomeandgarden.com/Nun_Doll_Collections.htm
http://www.underthesun.cc/Classics/Manzoni/IPromessiSposiOrTheBetrothed/

the image above*il dipinto qui sopra: Mosé Bianchi - La Monaca di Monza c/o Monza, Musei Civici

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