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domenica 23 marzo 2014

Dolls attending events: #snellobb04


A series of 4 cooking competitions under the Snello Blind Box label involved me as a professional in the last months. But never could I leave home without a doll. The contestants, my business partners and colleagues, the official photographer, many of the attendants were waiting for a doll at the entrance: Momoko (without knowing WTF doll she was, sincerely) or my everstarring Theo-doll as important guests (or party animals?) 



 
Una serie di 4 gare di cucinacontraddistinte dal nome Snello Blind Box mi ha coinvolto per lavoro negli ultimi mesi. Ma nemmeno una volta ho potuto lasciare casa senza una bambola. Concorrenti, soci e colleghi, fotografo ufficiale, molti dei partecipanti si aspettavano una bambola all'ingresso: Momoko (senza sapere che bambola fosse, devo essere sincera) o il mio sempre-protagonista Theo-doll nelle vesti di ospiti di riguardo (o di animali da party?)

 

ph Sergione Infuso

domenica 23 giugno 2013

Cu(l)t dolls


This is a Bruce Lee to cut and dress, evidence of how cult characters from non frivolous distance can be paperdollified. Print, cut and play? Pls notice the realistic kick-print on the yellow jumpsuit.


Qsto è un Bruce lee da tagliare e vestire come una bambola di carta, prova concreta di come figure di culto provenienti da distanze non frivole possano essere paperdollizzate. Stampa, taglia e gioca? Da notare l'impronta di un calcio, realistica, sulla tuta gialla.

+ > http://think.bigchief.it/toys/ thx Gualtiero Villa!

giovedì 15 settembre 2011

Minced meat who?


“Carne trita”, i.e. minced meat, is the title of a brilliant new column on rubgy worldcup written by a friend of mine, Emanuele (in ITA only, sorry). Now, who would dare to call minced meat the so called Dieux du stade, c’est à dire, all those rubgysts attenting to the hormonal balance of men and women from their calendar and web pages? As built and athletic as action figures, I think the’re well aware of being kinda adult male dolls for adults.
*
“Carne trita” è il titolo di una nuova brillante rubrica sulla coppa del mondo di rugby, curata da un amico, Emanuele. Ora però, chi oserebbe definire “carne trita” i cosiddetti, Dieux du stade, c’est à dire, tutti quei rugbisti che attentano all’equilibrio ormonale di uomini e donne dalle pagine del loro calendario e sito? Possenti e atletici come action figures, credo siano ben consapevoli di essere una specie di doll maschile adulta per adulti.

martedì 1 febbraio 2011

Playing roles


Not many young boys play with dolls, but many men do. Not many doll collectors take (creatively speaking) original pictures, but some do. So this is a good combination beyond genders: a (presumably) doll collector woman taking original pics of men playing with dolls or rather, let’s be picky: pics of male dolls playing with their minidolls.


Non molti maschietti giocano con le bambole, ma invece molti uomini sì. Non molti collezionisti di bambole fanno foto (creativamente parlando) originali, ma qualcuno sì. Così, questa è una buona combinazione al di sopra dei sessi: una (si presume donna) doll collector che realizza foto originali di uomini che giocano con le bambole - anzi, facciamo gli spocchiosi: foto di bambole maschio che giocano con le loro bamboline.

ph: theycallme_Marsha on flickr

domenica 23 gennaio 2011

(Dis)sacred doll


A S. Sebastian-themed contemporary art group exhibition is now on in Milan. Somehow, but not unexpectedly, S. Sebastian belongs to both sacred art e gay imagery, maybe due to the iconography depicting him as a strong, half-naked, wounded, suffering and ecstatic man. I happened to write an intro to Chan Park’s interpretation of this icon. I’m very conscious that it may provoke someone’s criticism because of the treatment of such subject. But I do register it as another relevant incursion of dolls in art. Here’s my text:

“Between ecstasy and torment – more ecstasy, would seem - ,
A powerful, silent, haloed, tatooed S. Sebastian.
All the motifs, colours, sacred art details
and the iconography of the pierced martyr,
here they are on the tough body of an action figure
showing it all summarized on his own skin:
but he’s not a statue, he can move.
Chan Park, half Japanese-half Corean visual artist now in Milan,
started from a poseable male doll to build
millimeter by millimeter a persona who is
filled with symbolic, erotic, mysterious pics.”

*
Una mostra collettiva di arte contemporanea sul tema S. Sebastiano è ora in corso a Milano. In qualche modo, ma non inaspettatamente, S. Sebastiano appartiene sia all’arte sacra sia all’immaginario gay, magari a causa dell’iconografia che lo ha sempre descritto come un uomo forte, seminudo, ferito, sofferente ed estatico. Mi è capitato di scrivere una intro all’interpretazione che di qsta icona ha fatto Chan Park. So che potrebbe provocare critiche da parte di qualcuno per il trattamento di un simile soggetto. Ma io la registro come un’ulteriore rilevante incursione delle bambole nell’arte. Ecco il mio testo:

“Tra estasi e tormento - più estasi, sembrerebbe -
un San Sebastiano possente, silente, aureolato, tatuato.
I motivi, i colori e i dettagli dell’arte sacra
e l’iconografia del martire trafitto da frecce,
eccoli sul corpo tosto di un’action figure maschile
che porta tutto in sintesi sulla propria pelle:
ma non è una statuina, si può muovere.
Chan Park, artista visuale nippo-coreano ora a Milano,
è partito da un bambolotto articolato per costruire
millimetro dopo millimetro un personaggio
ricoperto di figure simboliche, erotiche e misteriose.”


location:
www.pierpourhom.it

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