As for today, the doll talk of the day was the sumptuous Black Barbie charity auction held by Mattel Italia and Vogue Italia with Christie’s to raise funds for the research against cancer. Right or not, I have the feeling that these events tend to be more appealing to the fashion or socialites community than to the doll collectors' - which might be deducible: who can afford those beauties, considering the high prices of certain lots and the visibility of the bidders? Isn’t there a lack of strategy somewhere? I’m glad to remember, nevertheless, that many of these dolls were styled or created by the Italian duo Magia2000.
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Quanto ad oggi, l’argomento bambolare di cui tutti hanno parlato è stata l’asta benefica di sontuose Barbie nere tenuta da Mattel Italia e Vogue Italia con la casa d’aste Christie’s per raccogliere fondi a favore della ricerca contro il cancro. Giusto o no che sia, ho l’impressione che questi eventi tendano ad attrarre più la community della moda e dei presenzialisti piuttosto che i collezionisti di bambole nel loro insieme – il che potrebbe essere anche intuibile: chi può permettersi qlle bellezze, visti gli alti prezzi di certi lotti e la visibilità dei contendenti? Non c’è un buco nella strategia da qualche parte? Invece, sono contenta di ricordare che molte di qste bambole sono state curate nello styling o addirittura realizzate dal duo italiano Magia2000.
Dolls reflect. I mean, they reflect the Zeitgeist. They can (make us) think. * Le bambole riflettono. Cioè, riflettono lo spirito del tempo. E sanno (farci) riflettere.
martedì 24 novembre 2009
sabato 21 novembre 2009
Bad taste who?
Spread salt and pepper from this doll’s boobs, for the pleasure of your delighted – or horrified - guests. Yes, where is good and where is bad taste? And where are you? If you are in Berlin right now, why not visit “Böse dinge” i.e. Evil Things. An Encyclopedia Of Bad Taste, an exhibition at Museum der Dinge. From the official presentation: “If we want to discern what good taste is, we must first eliminate bad taste.” With this purpose in mind, the art historian and museum director Gustav E. Pazaurek opened his "Cabinet of Bad Taste" in the Stuttgart state crafts museum in 1909. Pazaurek developed a complex system to categorize all kinds of design mistakes, demonstrating them with actual examples.
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Spargete sale e pepe dalle tette di questa bambola, per il piacere dei vostri deliziati - o inorriditi - ospiti. Sì, perché: dov’è il buon gusto, dov’è il cattivo gusto? E voi dove siete? Se siete adesso a Berlino, visitatevi “Böse dinge” ovvero Cose brutte. Un’enciclopedia del cattivo gusto. Dalla presentazione ufficiale: “Se vogliamo discernere che cosa sia il buon gusto, dobbiamo prima eliminare il cattivo gusto”. Con questo proposito in mente, lo storico dell’arte e direttore di museo Gustav E. Pazaurek aprì il suo “Gabinetto del Cattivo Gusto” a Stoccarda, nel 1909 presso il museo statale dell’artigianato. Pazaurek sviluppò altresì un complesso sistema per classificare tutti i tipi di errori di progettazione, dimostrandoli con esempi concreti.
Evil Things. An Encyclopedia Of Bad Taste.
Berlin, Museum der Dinge
Closes Jan 11, 2010
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Spargete sale e pepe dalle tette di questa bambola, per il piacere dei vostri deliziati - o inorriditi - ospiti. Sì, perché: dov’è il buon gusto, dov’è il cattivo gusto? E voi dove siete? Se siete adesso a Berlino, visitatevi “Böse dinge” ovvero Cose brutte. Un’enciclopedia del cattivo gusto. Dalla presentazione ufficiale: “Se vogliamo discernere che cosa sia il buon gusto, dobbiamo prima eliminare il cattivo gusto”. Con questo proposito in mente, lo storico dell’arte e direttore di museo Gustav E. Pazaurek aprì il suo “Gabinetto del Cattivo Gusto” a Stoccarda, nel 1909 presso il museo statale dell’artigianato. Pazaurek sviluppò altresì un complesso sistema per classificare tutti i tipi di errori di progettazione, dimostrandoli con esempi concreti.
Evil Things. An Encyclopedia Of Bad Taste.
Berlin, Museum der Dinge
Closes Jan 11, 2010
giovedì 19 novembre 2009
Fractal Barbies?
The effect is one of fractal art. But if you look closer, you’ll see thousands of Barbie dolls instead – it’s a work by US artist Chris Jordan who “collects pieces of trash that signify a whole statistic.” In our dollymorphic very case, we see “32,000 Barbies, equal to the number of elective breast-augmentation surgeries performed monthly in the US in 2006.”
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L’effetto è qllo dell’arte frattale. Ma guardando da vicino, si vedono invece migliaia di Barbie – è un’opera dell’artista statunitense Chris Jordan, il quale “raccoglie quantità di spazzatura che valgono un’intera statistica.” Nel nostro dollymorfico e specifico caso, vediamo “32.000 Barbie, pari al numero degli interventi di chirugia estetica per l’aumento del seno eseguiti mensilmente negli USA nel 2006."
+ > http://flavorwire.com/51075/chris-jordan-takes-out-the-trash
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L’effetto è qllo dell’arte frattale. Ma guardando da vicino, si vedono invece migliaia di Barbie – è un’opera dell’artista statunitense Chris Jordan, il quale “raccoglie quantità di spazzatura che valgono un’intera statistica.” Nel nostro dollymorfico e specifico caso, vediamo “32.000 Barbie, pari al numero degli interventi di chirugia estetica per l’aumento del seno eseguiti mensilmente negli USA nel 2006."
+ > http://flavorwire.com/51075/chris-jordan-takes-out-the-trash
Scale it up 2!
mercoledì 18 novembre 2009
martedì 17 novembre 2009
Think 1:6, live 1:1
I happen to meet a lot of doll collectors, and consequently I get to know many sentimental, professional, artistic facets of their passion. There is a 1:6 world interlaced to the corresponding 1:1 reality. I’ll share with you a conversation with Patrizio Cipriano from Rome, who talks about his fashion creations for dolls using life size marketing concepts AND want to invite you to learn more about Noemi Israel’s private Barbie collection exhibited in Trieste with the additional feature of a lecture she delivered in her multiple role of writer, playwright and Barbie collector.
Patrizio Cipriano’s fashions, see below (Italian only)
Noemi Israel’s exhibition and lecture (Italian only)
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Che lo voglia o no, incontro un sacco di doll collectors e di conseguenza vengo a conoscere molte facce sentimentali, professionali, artistiche della loro passione. C’è un mondo in scala 1:6 intrecciato alla realtà in scala 1:1. Voglio condividere qui una conversazione con Patrizio Cipriano di Roma, che parla delle sue creazioni per bambole usando il linguaggio di marketing dei prodotti in scala umana E ACCANTO voglio invitarvi a scoprire Noemi Israel, che a Trieste ha messo in vetrina la sua collezione di Barbie e ha tenuto una conferenza nel suo ruolo multiplo di scrittrice, drammaturga e collezionista di Barbie.
Patrizio Cipriano, v. sotto
Mostra e conferenza di Noemi Israel, cliccare i link
D: raccontati in max 100 parole
P: Mi chiamo Patrizio Cipriano, sin da quando ero bambino ho sempre avuto la passione per la moda e la sua immagine comunicativa, dopo essermi diplomato come stilista ho intrapreso questa carriera. Dal 2002 ho iniziato a collezionare Barbie arrivando poi a frequentare le convention, sino ad iniziare da poco tempo a creare abiti per fashion dolls; il mio primo debutto Rimini 2008.
D: perché crei vestitini e cosa/quale bambola ti ispira maggiormente
P: Vestitini perché mi diverte poter presentare delle collezioni moda “in miniatura” prosegue sempre il mio campo su scala ridotta, ma in maniera più “light”, più divertente, perché è rivolto per un sogno di bambola!
Mi entusiasma vedere collezionisti che apprezzano i miei abitini, facendoli indossare alla propria Doll preferita! Sono adattabili per diverse fashion dolls su un’altezza di 30 cm circa. (Barbie, Fashion Royalty, Dynamite, ecc...) La bambola che mi ispira maggiormente è Barbie ed il suo sorriso.
D: interessante, li produci in pochissimi esemplari. Vuoi dirci perché?
P: Mi piace poter dare una certa esclusività su certi abitini, un numero limite, per poter offrire ai collezionisti dei modellini un po’ più di “nicchia”. Per la fiera di Rimini 2009 ho presentato anche il mio primo “Pezzo Unico” dal nome “Dark Rose”, ogni abito ha un nome. Tutti gli abitini dal prototipo per esposizione alle ricopie per la vendita e le loro confezioni sono tutti “interamente” fatti da me, diventa anche una questione di tempo limitato a disposizione.
D: interessante 2 - curi molto l'allestimento del banco. E' un elemento distintivo, istintivo (o entrambi)?
P: Lo considero come un “dovere” verso i collezionisti che vengono a visitare le fiere, perché il giorno della fiera delle Fashion Dolls è un giorno di sogno, ed un banco ben allestito con fantasia aiuta di più a sorridere ed a fare dimenticare il tram tram quotidiano. Oltre a questo, per me è anche un vero piacere creare un allestimento, rende più leggibile e chiaro ciò che si propone.
D: dove sta andando secondo te il collezionismo?
P: Ad un fenomeno sempre di più “personalizzazione” delle proprie bambole, a volte secondo me cercando di riversare un po’ eccessivamente la vita reale su di loro. E questo è un po’ un errore perché le bambole devono farci sorridere e sognare, facendoci allontanare da certi stress quotidiani per alcuni momenti. Bisogna viverle in maniera più divertente.
D: quale bambola suggerisci di tenere d'occhio!
P: Non mi sento di dare suggerimenti in merito perché ogni collezionista ha dei propri gusti personali, riferendosi alle diverse tipologie di bambola, l’unica cosa cui mi sento di suggerire è quanto detto prima, cioè di vivere la propria collezione di bambole in modo più light, divertendosi molto con loro!
domenica 15 novembre 2009
Doll transit(ion)s
To the expert’s eye, many allegedly hyperfemale fashion dolls (the fad of the moment) have a real transgender penchant. No names, I’m not talking about them here, just sampling an associative chain. It will start from a self-celebrating Barbie in fashion sketches patchwork gown and continue with the inverse look, i.e. a transgender dancer with a 3D-Barbie decorated dress; then a proudly transgender doll and a sumptuous Patrick Swayze “en travesti” OOAK doll by collector friend Chan Park.
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All’occhio dell’esperto, molte delle presunte fashion doll iperfemminili (che vanno tantissimo al momento) hanno un autentico penchant transgender. Non le nomino, né parlo di loro qui, ma piuttosto sciorino una catena associativa di immagini. Inizia da una Barbie auto-celebrante in abito patchwork a figurini per continuare con il look inverso, cioè una ballerina trans decorata con Barbie in 3D; poi una bambola dichiaratamente transgender e un sontuoso Patrick Swayze “en travesti” opera OOAK dell’amico e collezionista Chan Park.
sabato 14 novembre 2009
999 > 1000
waiting for the 1000th downloader on my Slideshare link...
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in attesa del millesimo che fa download dal mio link Slideshare...
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in attesa del millesimo che fa download dal mio link Slideshare...
lunedì 2 novembre 2009
Halloween Hybridoll
Hybridating for Halloween: ex-poor vintage Francie head + Pullip (???) body + a bit of entomological creativity + black dominant. Not for fear, but for flair.
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Ibridazioni Halloweeniane: ex-conciatissima testina Francie vintage + corpo Pullip (???) + un briciolo di creatività entomologica + dominante nero. Non de paura, ma per fiuto delle cose.
dove: Gallery, Milano - Via Cadore ang. Anfossi
event pics on flickr > http://www.flickr.com/groups/1280158@N23/
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