lunedì 30 maggio 2011

The Show must begin


Lisette-Babs modeling down the stairway at Italian Doll Convention to let the show begin! An impromptu "thank you all" speech by me, being awarded a plate for my dollcultural activity. And the freshest Doll News, la #59, in special full color free download edition from slideshare (scroll down this page and click on the black rectangle on the left). Many other pics being added "on flickr under the title "IDC 2011 Milano". Enjoy!


Lisette-Babs sfila scendendo lo scalone all'Italian Doll Convention per dare inizio allo spettacolo! Un improvvisato "grazie a tutti" da parte mia, nel ricevere una targa-premio per l'attività dollculturale. E l'ultima Doll News uscita, la #59, in speciale edizione tutta a colori, scaricabile gratis da slideshare (scrollare qsta pagina per cliccare sul rettangolo nero in basso a sx). Tantissime altre foto in arrivo su flickr nel set intitolato "IDC 2011 Milano". Divertitevi!

Mario, Gianni, Ale, Giu, Babs, Gabriele, Betty, Marinella, Mistergiuseppe and Nickis with his première and everybody: bravi!

ph: topocri

venerdì 27 maggio 2011

Framed in 1:6 scale

Back to Benedetta Alfieri’s works (s. May 22nd post), and back to the artistic choice of reducing and framing her photos in doll scale – i.e. in 1:6 scale. I asked the artist, and she replied in an informal conversation (Italian only, sorry) it’s a deliberate choice, implying a substantial question we can summarize in: “which are the dimensions of an image? What we recognize as an “absent body” depends on what we see, or on the dimension of what we see?”. IMO, the framed outfit in doll scale is as powerful and evocative as the full scale one. It’s a replacement, an announcement, sthg potential and awaiting or sthg archived as well.
For English speaking readers, the topic is developed in an interesting paper by Ruggero Pierantoni


Torno ai lavori di Benedetta Alfieri (v. post del 22 maggio) e torno alla scelta artistica di ridurre e incorniciare le sue foto in scala bambolare – cioè in scala 1:6. Ho chiesto all’artista, e lei mi ha risposto in una conversazione informale (che pubblico qui con il suo consenso) che sì, è una scelta deliberata e implica una questione fondamentale evidenziata qui sotto. Per me, il piccolo vestito incorniciato in scala bambolare è tanto potente ed evocativo quanto qllo in scala naturale. È come un rimpiazzo, un annuncio, qualcosa di potenziale e in attesa o qualcosa di archiviato. Tanto quanto qllo vero.

“le dimensioni dei formati sono deliberate scelte di linguaggio artistico e non dettate dal caso.
La ricerca fotografica sul corpo - o sull'assenza del corpo - che ha visto esposta a MIA fair, lavora da una parte sulla dimensione 1:1 e sul fatto che la fotografia sia una traccia del reale, suggerendo così corrispondenza e ambiguità tra l'oggetto e l'immagine dell'oggetto; dall'altra parte, lavora su un' altra dimensione riproponendo un modello "noto", quello della Barbie, giocando su senso di straniamento percettivo. Il progetto fotografico pone infatti, tra le altre, un'interessante questione: quali sono le dimensioni di un'immagine? ciò che riconosciamo come "corpo assente" dipende da ciò che vediamo o dalla dimensione di ciò che vediamo? l'oggetto fotografato rimane abito quando ha le stesse dimensioni di un corpo umano? o è corpo assente? e quando la dimensione è ridotta è ancora umano quel corpo, seppur assente, o inevitabilmente ricorriamo ad un altro senso che non è forse più solo visivo?


Sulle questioni qui accennate le segnalo un interessante testo critico di un noto studioso di percezione”


ph: Benedetta Alfieri’s works exhibited in Bergamo VS Me ‘n my dolls OOAK outfit

giovedì 26 maggio 2011

Flirty eye


We all know how much a darting glance can be dangerous! Even more dangerous when the repaint in very knowing about this seduction trick. This is a Barbie Ballerina head on a Model Muse body in vintage Formal Occasion dress, vintage Fashion Queen Barbie wig. Total repaint by Marco Banfi.
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Sappiamo tutti quanto può essere pericoloso uno sguardo dardeggiante! Ancor più pericoloso quando il repaint è parecchio consapevole di qsto trucco di seduzione. Ecco dunque una testa di Barbie Ballerina su un corpo Model Muse. Indossa un vestito vintage Formal Occasion dress, una parrucca vintage Fashion Queen Barbie. Repaint totale di Marco Banfi.

domenica 22 maggio 2011

Textile bodies


Last Sat at MIA fair, under a true visual bombing, I’ve been struck with a series of photos by Benedetta Alfieri: single clothing pieces in a white non-space. Like memory pop-ups or desolate dresses, these unmanned images featured two formats: the larger one to reproduce an impressive 1:1 scale; the smaller one, to recall an even more impressive approx 1:6 scale. Now, 1:6 is the most common doll scale, the idol scale since ancient times. Was it done purposely? I’ll ask the artist. As a matter of fact, where the larger pics evoked an elsewhere someone through a textile body, the smaller ones were to me kinda MIB (= mint-in-box) doll outfits waiting for unknown dreams to be revived or fulfilled.


Sabato scorso al MIA, sotto ad un vero bombardamento visuale, sono stata colpita da una serie di foto di Benedetta Alfieri: singoli elementi di vestiario in un non-spazio bianco. Come pop-up della memoria o abiti disabitati, queste immagini senza persone erano in due formati: il grande a riprodurre un’impressionante scala 1:1; il piccolo a ricordare un’ancora più impressionante scala 1:6. Ora, va detto, 1:6 è la più comune scala dimensionale delle bambole, la scala degli idoli fin dai tempi antichi. L’ha fatto apposta? Chiederò all’artista. Sta di fatto che laddove le immagini più grandi evocavano con un corpo tessile qualcuno che era altrove, quelle più piccole invece sono state per me come degli abitini di bambola MIB (= mint-in-box), in attesa di sogni ignoti da ravvivare o realizzare.



Interior pic from Galleria Manzoni, Bergamo facebook fan page

mercoledì 18 maggio 2011

Dolls for good


IDC, aka Italian Doll Convention, next Sat 28- Sun 29 here in Milan, pre-starts with a big charity auction on eBay, featuring a selected bunch of OOAK dolls by internationally renowned creators. Alphabetically: Artist Creations, Fashion Doll Agency, Ilaria, Magia2000, Matt Trujillo, Matthew Sutton, Grant-A-Wish/Lisa Lackie, Melissa Windham, Patrick Kon, Ninimomo, Ovaz, Paul Pham.
The proceeds will go to Fondazione Blu, whose mission is "solidarity for childhood education".

Sooooo, BID NOW. BID BIG. BID HERE!
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IDC, o meglio Italian Doll Convention (save the date: sab 28- dom 29 maggio qui a Milano), pre-inizia con un'asta di beneficenza su eBay, offrendo selezionatissime bambole OOAK realizzate da creatori di fama internazionale. In ordine alfabetico: Artist Creations, Fashion Doll Agency, Ilaria, Magia2000, Matt Trujillo, Matthew Sutton, Grant-A-Wish/Lisa Lackie, Melissa Windham, Patrick Kon, Ninimomo, Ovaz, Paul Pham. I proventi andranno a Fondazione Blu, la cui missione è "solidarietà per l'educazione dell'infanzia".

E perciò: biddate ora, tanto, e qui!

lunedì 16 maggio 2011

Again on bodyscan

The keyword to interesting elaborations is "rapid prototyping".
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La keyword per interessanti approfondimenti è "rapid prototyping" (prototipazione rapida).

domenica 15 maggio 2011

A doll-scaled bodyscan



It’s almost a mini-me, but it isn’t. What you see in the pic, i.e. the b/w doll-dimensioned thing, is a 3D body-scan automatically transformed in a plaster sculpture by Karin Sander. It's been exhibited at “Principia”, a curious free entrance event about science and its principles hosted last month here in Milan during the tentacular Design Week. On a closer inspection, the statuette reveals in vertical section all the subtle layers - I’d say like innumerable isohypsae - determining not only its volume and proportions, but also its incredible resemblance with the living person portrayed. So, it’s like scanning and exactly miniaturizing somebody. Making their portrait in form of a statuette. Making them a doll. Making them ethernal. So, must we confront ourselves with the digitalized body issue when talking about doll bodies? Are dolls going digital? Probably yes. Years ago, when searching info about the JAKKs dolls experience, I read their pink and tonic body was kinda collage of digitalized perfect bodies – really was it? No counterevidence. Sex dolls are digitally designed, too. Miniaturizing the loved one(s) was one of my creative dreams when I was a little girl. That’s why I was so impressed seeing Karin Sander’s 3D mini bodyscans. It’s another God-game.

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Si direbbe una mini-me, ma non lo è. Quella che vedete nella foto, cioè l’oggetto in b/n di dimensioni bambolari, è la scansione tridimensionale di un corpo automaticamente trasformata in una sculturina di gesso da Karin Sander, e presentata a “Principia”, un curioso evento a ingresso libero ospitato il mese scorso qui a Milano durante la tentacolare Design Week. Ad un esame ravvicinato, la statuetta rivela in sezione verticale dei sottili strati – come innumerevoli isoipse – che ne determinano non solo il volume e le proporzioni, ma anche l’incredibile somiglianza con la persona vivente ritratta. Insomma è come scannerizzare e miniaturizzare esattamente una persona. Farne il ritratto in forma di statuetta. Farne una bambola. Renderla eterna. Dobbiamo dunque confrontarci con l'argomento del corpo digitalizzato quando parliamo dei corpi di bambola? Le bambole stanno diventando digitali? Sì, probabile. Anni fa, cercando info sull’esperienza delle bambole JAKKS, leggevo che il loro roseo e tonico corpo era una specie di collage di corpi perfetti digitalizzati – lo era veramente? Non ho controprove. E le sex dolls sono anch’esse progettate digitalmente. Quando ero piccola, uno dei miei sogni era miniaturizzare chi mi piaceva. Ecco perché mi ha fatto così impressione vedere le miniscansioni in 3D di Karin Sanders. Perché è un altro gioco della Creazione.


Ph MCC, br1dotcom from flickr (grazieeee)

giovedì 12 maggio 2011

splash! In your salad


A doll duo is diving in your salad. For dieting with humour. Would you say it’s sold in a bookshop? It's the concept store concept, stupid.
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Un duo di doll dentro la tua insalata. Per stare a dieta con humour. Chi direbbe che le vendono in una libreria? E' il concetto di concept store, stupid.

giovedì 5 maggio 2011

Eye-browsing


Dolls’ eyebrows are a very satisfying dollcultural topic - to me, at least. I don’t stop (eye)browsing websites for interesting paradigms, and that’s how I spotted this wonderful blue-grayish repainting example by my collector friend Marc*. It’s more a matter of colour than anything else: on classical, fluent lines it makes an optical touch of unclassical “folie”.
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Le sopracciglia nelle bambole sono un tema appagante – almeno per me. Non smetto di occhieggiare siti in cerca di paradigmi interessanti, ed è così che ho trovato qsto meraviglioso repainting grigiazzurro del mio amico collector Marc*. Qui è questione di colore più che altro: su linee classiche, fluide, dà un tocco ottico di non-classica follia.
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