sabato 20 ottobre 2012

Dollcultural Ferienhaus


"Ferienhaus für Terroristen I", i.e. "Holiday House for Terrorists I" is the title of this architectural-sculptural work by German artist Thomas Schütte - and we are namely talking about a maquette. Now, which kind of terrorist dolls would be as lucky as to live their doll lives in such spaces filled with good design? This is not the typical doll house (which I would like to write "typicaldollhouse" to emphasize). I like the incongruous aspect of this hypothesis.


"Ferienhaus für Terroristen I", ossia "Casa delle vacanze per terroristi I" è il titolo di quest'opera di architettura-scultura dell'artista tedesco Thomas Schütte - e, propriamente, stiamo parlando di un modellino. Ora, quali bambole terroriste sarebbero così fortunate da vivere le loro vite bambolari in spazi simili, pieni di buon design? Qsta non è la tipica casa di bambola (che anzi, scriverei tutto attaccato per enfatizzare tipicacasadibambola, toh). Amo l'aspetto incongruo di quest'ipotesi.

lunedì 15 ottobre 2012

Dollcultural Power of We


I, I, we. This is not aphasia, but the Fibonacci sequence of solidarity and growth, of powerful iniziatives, of unforgettable friendships, of lives spent together, of effective research, of team victories, of much wished changes. Individuals and not numbers conveying the power of We.


Io, Io, Noi. Questa non è afasia, ma la sequenza di Fibonacci della solidarietà e della crescita, delle iniziative potenti, delle amicizie indimenticabili, delle vite trascorse insieme, delle ricerca che porta risultati, delle vittorie di squadra, dei cambiamenti molto auspicati. Persone e non numeri che veicolano il potere del Noi.

ph (c) Midolls on flickr

This post is for Blog Action Day 2012, and I made it dollcultural through a circle of head-to-head Momoko dolls, as if they were like-minded. * Qsto post è per il Blog Action Day 2012, e l'ho fatto dollculturale con un cerchio di Momoko a contatto di testa, come per significare un pensiero condiviso.

 

venerdì 5 ottobre 2012

telling the toy story


Michael Wolf, a Hong Kong-based German artist, created an impressive installation on toys' seriality, in a pop mix of workers portraits in Chinese factories during work, played with/beloved dolls (many many Barbies among them) collected after painstaking flea market tours, and cheap made in China toys. The result of this effort are hypercrowded walls evoking feelings of anxiety, love, fear, curiosity, avidity... The making of this project, witnessed in these photos, is also involving.
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Michael Wolf, artista tedesco trapiantato a Hong Kong, ha creato un'installazione impressionante sulla serialità del giocattolo, realizzando un mix pop di operai ritratti al lavoro nelle fabbriche cinesi, bambole giocate/amate (tra cui molte molte Barbie) raccolte dopo instancabili tour di mercatini, e giocattolacci made in China. Il risultato di qsto sforzo sono muri iperaffollati che evocano sentimenti di ansia, amore, paura, curiosità, avidità... E anche la preparazione di qsto progetto, documentata nelle foto, è coinvolgente.

thx Carlo Porrini for this suggestion!

Nb: click on the pic to see it entirely * cliccare sulla foto per vederla interamente

 

martedì 2 ottobre 2012

Good grammar is sexy

 

Why is this doll of mine reading erotic stories? Here’s how. Far from being a grammar nazi, I have nevertheless created months ago a facebook group about spotting/fighting examples of poor language in media. Sic stantibus rebus (i.e., in these circumstances) I happened to intercept a like-minded photocontest named “Good grammar is sexy”, and accepted to send my creative entry. I did it dollcultural. I made a donkey-eared hat for my Momoko and took a webcam pic. Look, she wears a baby doll but this won’t make her sexier (I imagined), since she’s not paying attention to her language, where she could well do it. Now, the funny thing is that my entry won me abook. Yes, the one you see above, signed and handed by the author. Thanks Inachis Io!



Com’è che le mie bambole leggono racconti erotici? Ecco qui. Lungi dall’essere una grammar nazi, ho nondimeno creato un po’ di mesi fa un gruppo su facebook per il gusto di scovare/combattere la sciatteria del linguaggio dei media. Sic stantibus rebus (stando così le cose), mi è capitato di intercettare un photocontest – chiamato “Good grammar is sexy” – dove la si pensava allo stesso modo e ho accettato di spedire la mia interpretazione. L’ho fatta dollculturale. Ho fabbricato un cappello con le orecchie d’asino per la mia Momoko, e ho scattato con la webcam. Vedete, lei indossa un baby doll, ma ciò non la rende più sexy (ho immaginato), perché non cura il linguaggio, mentre potrebbe ben farlo. Il buffo è che qsta mia entry mi ha fatto vincere un libro. Sì, qllo che si vede lì sopra, firmato e consegnato dall’autore. Thanks Inachis Io!
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