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mercoledì 8 maggio 2013

A doll is a doll

Infographics are kinda illustrated articles - brilliant, colorful, meaningful. This one features an overexposed topic: Barbie body compared to human measures (and fears). Co.create’s Joe Berkowitz assumes that Barbie is a bastion of girlhood aspiration, and argues therefore how dangerous her proportions are in a teenager ‘s perspective. But he says something obvious. And a bit looks like understimating girls’ discernment.

It is obvious that no real woman could exist with such a disproportioned head and such spider legs and tiny feet and thin waist and gravity-defying boobs. We all know it. A doll is a doll. So let’s have and keep the absurd, as it’s a doll. Let her be beautiful, because it’s a doll. Let me use “it’s”, not “she’s” - it’s just a doll.
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Le infografiche sono come degli articoli illustrati – brillanti, a colori, eloquenti. Qsta rappresenta un argomento sovraesposto: il corpo di Barbie a confronto con le misure (e le paure) umane. Joe Berkowitz scrive su Co.create presupponendo che Barbie sia “un baluardo delle aspirazioni adolescenziali femminili” e argomenta pertanto quanto siano pericolose le sue proporzioni dal punto di vista di un/una teenager. Ma dice cose ovvie. E anzi, sembra un po’ sottostimare l’intelligenza delle ragazze.

Ovvio che nessuna donna reale potrebbe esistere con una testa così sproporzionata e gambe del genere come zampe di ragno e piedini minuscoli e vitino e tette che sfidano la forza di gravità. Lo sappiamo tutt*. Una bambola è una bambola. Allora teniamoci l’assurdo, tanto è una bambola. Lasciamo che sia bellissima, perché è una bambola. E fatemi usare un neutro anziche un “femminile “lei” - è solo una bambola.
 
Thx Azzurra!

lunedì 23 gennaio 2012

Heavy head


Don’t loose your head, or you head will make you lost.
The disproportion in a doll’s body can be toyish (actually no doll has real human proportions, not even the most anatomically ever) or ironical (and it may be a voluptuous, fanatic exaggeration**), or something very serious, connected to feelings of body misperception and dismorphophobia. Or again, it can metaphorize the frustrations of a too fast-paced life. “Can you make it?” “Oh my poor head”
What else?
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Non perdere la testa, o la testa ti farà perdere te stesso/a.
La sproporzione nel corpo di una bambola può essere indice di giocattolo (infatti non c’è una bambola che abbia reali proporzioni umane, neanche la bambola più anatomically correct) oppure ironica (e può essere una voluttuosa, fanatica esagerazione**) ma anche qlcosa di molto serio, connesso alla percezione distorta del corpo e alla dismorfofobia. O ancora, può essere metafora delle frustrazioni di una vita che va troppo veloce. “Ce la fai?” “Oh, la mia povera testa”.
Cos'altro ancora?


thx Maurizio Goetz!


** to name one, just think of Blythe's giant head! Her main feature.
** per dirne una, basti pensare al testone di Blythe! Il suo tratto caratterizzante.

venerdì 1 luglio 2011

Corpora


"Corpora" means "bodies" in Latin, "The body of the dolls" is taking a lot of my dollcultural exploration, and I'd like to extend it to a more respectful awareness of our own bodies. I started adding in the "ME @ FASHIONCAMP 2011" item on this blog my unconference on this theme.
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"Corpora" significa "corpi" in latino, e "Il corpo delle dolls" sta prendendo una gran parte della mia esplorazione dollculturale, che vorrei estendere ad una consapevolezza più rispettosa dei nostri propri corpi. Ho cominciato aggiungendo qui su qsto blog, nell'elemento "ME @ FASHIONCAMP 2011", la mia unconference sul tema.

ph **morganours** from flickr, thx Pam!

mercoledì 1 giugno 2011

Waiting for Fashioncamp 2011


... sitting pretty, according to their different grades of education, politeness and effrontery, a bunch of contemporary and vintage dolls is waiting for Fashioncamp 2011, where I should be talking about the body of the dolls. "Lupus in fabula" effect, at least for them ;-)
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... tutte belle sedute, secondo il rispettivo differente grado di cultura, educazione e sfrontatezza, un gruppo di bambole contemporanee e vintage aspetta Fashioncamp 2011, dove dovrei parlare del corpo delle dolls. Effetto "Lupus in fabula", almeno per loro ;-)

save the date: Saturday, June 10!


ph: Michael Williams, MAWphoto.com

martedì 22 marzo 2011

Ana-logics


With an unexpectedly courageous, slightly paradoxal, probably attackable gesture, Vogue Italia has launched a petition to close a costellation of pro-ana websites, promoting anorexia. A courageous act, because coming from the influential voice of diaphanous fashion system priestesses; paradoxal because it wants to unhinge this system being at the same time part of it; attackable because some hyper(un)correct one will hiss that someone else’s liberty of expression is being harmed. A commendable gesture, instead, as it’s trying to build a new common sentiment about body beauty in its multiplicity – thin or chubby, tall or short, old or young - even despite the exceeding way each one of us sees (or doen’t want to see) him/herself. The risk of distorting everything is still there. But breaking the silence with a proposal deserves respect, i.o. generically blaming fashion, this society or even The Famous Blond Doll.
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Con gesto inaspettatamente coraggioso, leggermente paradossale, probabilmente attaccabile, Vogue Italia ha lanciato una petizione per far chiudere una costellazione di siti pro-ana, che promuovono l’anoressia. Atto coraggioso perché viene dalla voce influente di diafane sacerdotesse del fashion system; paradossale perché vuole scardinarlo, questo sistema, facendone parte; attaccabile perché qualcuno iper(un)correct sibilerà che si lede la libertà di espressione di qualcuno. Ma invece: gesto lodevole. Perché si cerca di costruire un nuovo sentimento comune riguardo la molteplicità delle bellezze del corpo, che sia magro o morbido, alto o basso, giovane o vecchio - anche a dispetto del modo eccessivo in cui ciascuno di noi si vede (o non vuole vedersi!). Il rischio di finire col distorcere tutto sussiste. Tuttavia rompere il silenzio con una proposta merita rispetto, invece di incolpare genericamente la moda, qsta società, o La Famosa Bambola Bionda addirittura.

want to sign? vuoi firmare?

mercoledì 12 gennaio 2011

Ana-bell and the Perfect Girl


What would YOU do to prevent anorexia in teen-, or even in preschool age? Creative people from McCann Erikson in Czech Republic created an ad introducing the “Perfect Girl” doll. This is not at all a new concept. It’s a much exploited one in the Barbie art environment. The image above is apparently photoshopped and its execution doesn’t convince me. Do you really think that these elements - a skinny body but a smooth and almost chubby face, a sexy candy-pink outfit, an incongruously full and healthy hair, a coffin as a box and the notice of “low durability” on it – effectively convey the message? It seems to me more a divertissement than an warning, at the risk of being taken as the compaign to launch a funny and a bit creepy toy to collect. The real interesting thing to me as a copywriter is the graceful and allusive Foundation name, i.e. Anabell. “Ana” is in fact the keyword for anorexia in the related community, but here does suggest a girl’s name, hopefully not a plastic or dead girl’s name.
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Cosa fareste VOI per prevenire l’anoressia adolescenziale, o addirittura in età prescolare? Alcuni creativi della McCann Erikson nella Repubblica Ceca hanno inventato la pubblicità della bambola “Perfect Girl”. Non è un concetto nuovo. Anzi, è un concetto ipersfruttato nell’ambiente della Barbie art. L’immagine qui sopra è con ogni evidenza photoshoppata e la sua esecuzione non mi convince. Credete veramente che questi elementi - corpo scheletrico ma faccina liscia e quasi paffuta, completino sexy rosa-caramella, capelli folti e sani in modo incongruo, una bara per scatola con sopra l’avviso di “breve durata” - trasmettano con efficacia il messaggio? Mi sembra più un divertimento che un avvertimento, col rischio di essere preso per il lancio di un nuovo giocattolo carino da collezionare, con un po’ di brivido. Il dato veramente interessante per me come copywriter è l’aggraziato e allusivo nome della fondazione, cioè Anabell. “Ana” è infatti la keyword che sta per anoressia nella community degli adepti, ma qui suggerisce un nome di ragazza, si spera non di plastica, o morta.

“perfect Girl” Concept by
Agency: McCann Erickson, Prague, Czechoslovakia
Creative Director: Lars Killi
Copywriter: Jaromir Fischer
Art Director: Alla Havlickova
Photographer: Goran Tacevski

Thx, moviematica!

domenica 15 agosto 2010

Apologies required


Looks like she weighs 32 Kilos. She doesn’t. Looks like she’s making an apology of anorexia. She’s not. Looks like she will have an absurdly flexy, elongated, smooth and plastic doll body, like Model Muse or Leggy doll, or so. She won’t. This human image has been simply and heavily photoshopped. It belongs to “Zweiunddreissig Kilo” (i.e. 32 Kilos), a project by photographer Ivonne Thein, who took the risk to portray normal models and then to digitally retouch their images in order to obtain a disturbing exaggeration – and I underline disturbing. No apology of skinny beauty, but I’d rather say a shocking way to require apologies from the contemporary hypocrites in the image culture (and fashion and advertising and showbiz) talking about healthy lifestyle and actually promoting real body prisons. “32 Kilos” is about the body as a prison indeed.
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Ha l’aria di pesare 32 Kg. Ma non li pesa. Sembra fare l’apologia dell’anoressia. Ma non la fa. Avrà un corpo assurdamente flexy, allungato, liscio e plasticoso da bambola, tipo Model Muse, Leggy o simili. Ma invece no. Questa immagine umana è semplicemente stata ritoccata di brutto. Fa parte di “Zweiunddreissig Kilo” (i.e. 32 chili), un progetto della fotografa Ivonne Thein, che si è assunta il rischio di ritrarre modelle normali e poi di intervenire col ritocco digitale così da ottenere un’esagerazione disturbante – sottolineo disturbante. Non un’apologia delle bellezza pelle-ossa, ma piuttosto, direi, un modo scioccante per esigere delle scuse dagli ipocriti contemporanei della cultura dell’immagine (e della moda e della pubblicità e dello spettacolo) che parlano di stile di vita tutta salute per poi in realtà promuovere autentiche prigioni del corpo. “32 chili” parla del corpo come prigione, davvero.

thx moviematica!

lunedì 17 maggio 2010

Reflecting (on) body


I just added (see page bottom) a permanent link to "Il corpo delle donne" (Women body) a punching documentary by Italian manager Lorella Zanardo, reflecting on feminine image in the contemporary media. Such work should be viewed in the schools, at home, everywhere. Dolls have bodies too, more or less replicating their human model, and very often I posted on body perception and body image. That's why "Il corpo delle donne" is a much pertinent document here.
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Ho appena aggiunto (a fondo pagina) un link permanente a "Il corpo delle donne" un documentario forte come un pugno nello stomaco, della manager italiana Lorella Zanardo, che riflette sull'immagine femminile nei media contemporanei. E' un lavoro che dovrebbe essere visto nelle scuole, nelle case, dappertutto. Anche le bambole hanno un corpo, che replica più o meno il modello umano, e molto spesso ho scritto post sulla percezione e sull'immagine del corpo. Ecco perché "Il corpo delle donne" è un documento molto pertinente qui.

"Il corpo delle donne" is also a website, a book, a blog * "Il corpo delle donne" è anche un sito, un libro, un blog

domenica 28 marzo 2010

The Art(work) of aging


Making Barbie older is too much an attractive task – more to graphic designers than to OOAkers, so far. Please meet this usefully photoshopped Barbie: her aging is not so glamourous, not so diva-like, all in all just something ordinary. She could almost be any woman, gracefully accepting her plastic wrinkles, haha.
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Far invecchiare Barbie è troppo un compito attraente – più per chi fa grafica che per chi fa OOAK, finora. Vogliate fare la conoscenza con questa Barbie utilmente photoshoppata: il suo invecchiamento non è poi così glamour, non così da diva, insomma niente di straordinario. Potrebbe essere qualsiasi donna, che con grazia accetta le sue rughe di plastica, haha.

Artwork: kcereal (thx Robi!)

martedì 10 febbraio 2009

Variations on Barbie’s body


Sometimes yes, it can be disturbing. A melt Barbie, by an unknown performer whom I’d quote if I could. And a serene “fat Barbie” in a campaign circulated a few years ago to alert people on sensitive issues as anorexia or distorted body perception.
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A volte sì, può essere disturbante. Una Barbie fatta fondere, opera di sconosciuto, cui darei credits se potessi. E una serena “Barbie grassa” in una campagna di sensibilizzazione di qualche anno fa nata per allertare il pubblico su temi come l’anoressia o la percezione distorta del proprio corpo.

sabato 2 agosto 2008

Indiscrète


I bought a ring, chosen for me, and it isn’t elusive in illustrating the full grace of a feminine body. This iconography is the same seen on old-fashioned powder boxes. The ring itself comes packed in a powder box. Momoko, slender modern icon, wanted to show me her interpretation of this seductive ornament, thus making me reflect about the ideal beauty, and about the distorted ideals of human body in our times.
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Ho comprato un anello, scelto per me, che non è sfuggente nell’illustrare la pienezza e la grazia di un corpo femminile. Quest’iconografia è la stessa delle scatole di cipria di tanto tempo fa. L’anello stesso è venduto dentro a una scatola da cipria. Momoko, esile icona moderna, voleva mostrarmi la sua interpretazione di questo ornamento così seduttivo, facendomi allora riflettere sulla bellezza ideale, e sugli ideali distorti del corpo ai nostri giorni.

+ > “Indiscrétion” ring by Natasha Farina http://www.natasha-farina.com/ in Milan at Can Can http://cancanparismilan.canalblog.com/
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