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domenica 2 ottobre 2011

Imperfectly beautiful


The post below is my latest article on fashionblabla, on dolls being not so perfect and yet beautiful, in parallele with beautiful celebrities, yet not so perfect (ITA only).
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Il post qui sotto è il mio ultimo articolo su fashionblabla, sulle bambole non poi così perfette eppure bellissime, in parallelo con bellissime celebrities, pur non così perfette.

giovedì 4 agosto 2011

Skull dolls



Brrrrr. Dolls with lovely bones – animal skulls to be exact. Esther Verschoor aka Van Essie’s very own OOAK creations are an unusual combination of sculpted resin bodies and real small animals skulls in a goth-victorian style. Such bones, the artist declares “are bought from a legal taxidermist who guarentees that these skulls are from animals who died of age, illness, or traffic accidents and not from animals killed for their fur, meat, bones, or lab experiments”. She calls her works “art dolls” and indeed they are doll-scaled and accessorized like dolls, but still I think they are something different and somehow disquieting: sort of idols, invented divinities, small ghosts, lovely companions, fashionable memento mori. Forgetting other all-resin, animal-headed dolls existing, I look at these with mixed feelings. Can’t forget the presence of thànatos.
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Brrrrr. Bambole con amabili resti – teschi animali, per l’esattezza. Le creazioni OOAK di Esther Verschoor alias Van Essie sono un’inusuale combinazione di corpi in resina modellata e veri teschi di animaletti in uno stile gotico-vittoriano. Tali ossa, l’artista dichiara “vengono acquistate da un imbalsamatore legale che garantisce che questi teschi provengono da animali morti di vecchiaia, per malattia, in incidenti stradali e non da animali uccisi per la loro pelliccia, carne, ossa, o per esperimenti di laboratorio”. Lei chiama dunque i suoi lavori “bambole artistiche” e veramente qste sono in scala bambolare e accessoriate come bambole, ma continuo a pensare che siano qlcosa di differente e in qualche modo inquietante: ua sorta di idoletti, divinità inventate, piccoli fantasmi, amabili compagni, memento mori con un fascino. Dimenticando altre bambole esistenti con testa di animale, ma tutte in resina, guardo a qste con un misto di sentimenti. Non riesco a dimenticare la presenza di thànatos.


(thx Stefania, Emma!)

giovedì 16 dicembre 2010

Shall we doll-dance?


A doll is never tired. Same thing, a robot. Combining the Asian paradigm of a dollyish, smooth beauty and a number of robotic performances on steel legs, Japan's Advanced Industrial Science and Technology created a beautiful dolliful robotiful robotdolldancer prototype named HRP-4C. Just don’t call her “Dancing Doll” if you don’t want to offend Barbie’s vintage outfit bearing the same name. Ages ago, it came with a mini record-player and fake vinyl records.


Una bambola non è mai stanca. Idem un robot. Combinando il paradigma asiatico di una bellezza bambolare e levigata con un buon numero di robotiche performance su gambe d’acciaio, la giapponese Japan's Advanced Industrial Science and Technology ha creato un bellissimo dollissimo robotissimo prototipo bambol-danzante chiamato HRP-4C. Basta non chiamarlo “Dancing Doll” per non offendere l’omonimo vestito vintage di Barbie, venduto col suo mini-giradischi e finti dischi di vinile.


Ph: Yoshikazu Tsuno/AFP/Getty Images
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