Dolls reflect. I mean, they reflect the Zeitgeist. They can (make us) think. * Le bambole riflettono. Cioè, riflettono lo spirito del tempo. E sanno (farci) riflettere.
sabato 31 dicembre 2011
Dark trophies
A precious bijou-fantaisie, an homage to vintage culture, or a macabre trophy? Pls look at the necklace on this dark & dollyish Wednesday painted by Isabel Samaras, and go to your personal dollcultural conclusions, while this year itself comes to an end.
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Un prezioso bijou-fantaisie, un omaggio alla cultura vintage, o un trofeo macabro? Guardate la collana su qsta Mercoledì dark & bambolosa dipinta da Isabel Samaras, e andate alle vs dollculturali conclusioni, mentre l’anno stesso si avvia al termine.
thx Azzurra!
giovedì 22 dicembre 2011
“Click eat”, dolls!
They (2 of Restopolis founders, aka Andrea Rossi and Almir Ambeskovic) didn’t know I have a sweet tooth for dolls when they sent me this greetings card. So I had to re-post it here asap, because I love when non collectors meet and choose dolls. Milan-based Restopolis in on the digital scene since this year with a platform for users to search and book their restaurant, then to comment and share their experience - “Click eat!” to summarize. And such platform is as “scalable” as this pandoro cake for a group of foodie dolls, I suppose. Prosit 2012!
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Loro (due dei fondatori di Restopolis, i.e. Andrea Rossi e Almir Ambeskovic) non sapevano che io ho un debole per le bambole quando mi hanno mandato qsta cartolina d’auguri. L’ho dovuta ri-postare qui al più presto, perché mi piace quando dei non-collectors si imbattono nelle bambole, le scelgono. Restopolis, con sede a Milano, è sulla scena digitale da quest’anno con una piattaforma che permette agli utenti di cercare e prenotare il loro ristorante e poi di commentare e condividere la loro esperienza - “Click eat!”, in sintesi. Suppongo che tale piattaforma sia “scalabile” quanto qsto pandoro per un gruppo di bambole foodie. Prosit 2012!
domenica 18 dicembre 2011
A star a doll, a doll a wish
Xmas 2011 and new Year 2012: my season's greetings calligram, in Latin, made using text characters only. Well, the image is not featuring dolls but the title can help getting an interpretation for each star, for those very picky with consistency in blogging and blog theme.
*
S. Natale 2011 e Nuovo Anno 2012: il mio calligramma augurale, in latino, fatto solo con caratteri di testo. Beh, l'immagine non rappresenta bambole ma il titolo può essere utile in un'interpretazione di ciascuna stellina, per quelli pedanti sulla coerenza tra il postare e il tema del blog. *
martedì 13 dicembre 2011
I have just planted a tree
I've just been told a tree will be planted in my name. This infographic image (Italian text only, sorry, but intuitive) tells how the CO2 produced by a blog can be neutralized by planting a new tree - "plant" this msg in yr friends' pages!
Mi hanno appena detto che piantano un albero a mio nome. Qsta infografica spiega come la CO2 emessa dall'attività di un blog può essere neutralizzata piantando un nuovo albero - messaggio da "piantare" nelle pagine web degli amici!
ph "Tilda Cerulea" by Teddy & Balocchi on flickr
+ > This initiative is funded by*questa iniziativa è finanziata da Dove Conviene
giovedì 8 dicembre 2011
Dollcultural, and CO2 neutral
Use your blog to plant a tree, and tell your friends! A tree can neutralize yr blog’s carbon print. I found this beautiful image of a Momoko doll metamorphosized into a tree to attract as many as possible dollcultural readers and urge them to act now. This is an idea by Dove Conviene in collaboration with I plant a tree. And here’s what to do: 1) Post on your blog about this project and say your blog is CO2 neutral. 2) choose a widget, and embed it in a well visible position on your blog 3) write to co2neutral@doveconviene.it with your post’s link 4) a tree will be planted to neutralize your blog’s carbon print.
Here’s why a blog = a tree: according to dr. Alexander Wissner-Gross, environmental activist and physicist in Harvard, a website produces an average of g 0,02 of CO2 for each visit. Assuming 15.000 page views per month, this makes a total of kg 3,6 of CO2 p.a., and this is mainly due to the servers. How much CO2 can a tree absorb? Well, this depends on many factors, however the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) calculates that a tree can absorb an average of kg 10 of CO2 p.a. – let’s conservatively say Kg 5 per tree per year. Well, one tree will ensure your blog 50 years of zero impact. So pls, ACT NOW.
*
Usa il tuo blog per piantare un albero, e dillo ai tuoi amici! Un albero può neutralizzare l’anidride carbonica prodotta dal tuo blog. Ho trovato qsta stupenda immagine di una Momoko e della sua metamorfosi in albero per attrarre quanti più possibile lettori dollculturali e farli agire con urgenza. L'idea è di Dove Conviene in collaborazione con I plant a tree. Ecco come partecipare: 1) crea un post sul tuo blog che parli di questo progetto e scrivi che il tuo blog è a impatto zero. 2) scegli un widget, e inseriscilo nel tuo blog bene in vista 3) segnala il link del tuo post a co2neutral@doveconviene.it 4) a tree will be planted to neutralize your blog’s carbon print e 4) un albero sarà piantato per neutralizzare le emissioni del tuo blog. Ecco qui perché un blog = un albero: secondo il Dr. Alexander Wissner-Gross, attivista ambientale e fisico di Harvard, un sito web produce una media di circa 0,02 g di CO2 per ogni visita. Ipotizzando 15.000 pagine visite al mese, questo si traduce in 3,6 kg di CO2 l'anno. Questa produzione è legata soprattutto al funzionamento dei server. Quanta CO2 viene assorbita da un albero? Dipende da diversi fattori, ma la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) calcola che un albero assorba ogni anno in media circa 10kg di CO2. Diciamo con una stima conservativa, 5kg l'anno per ogni albero. Beh,un albero assicurerà al tuo blog 50 anni di impatto zero. Perciò AGISCI SUBITO!
ph Mikann/flickr ©
mercoledì 7 dicembre 2011
Weredolls and other rencontres
Merry-go-round faces, weredolls and wererabbits, celebrities in the dark, confusing landscapes. These are Carlo Golia’s photos, which I discovered at step 09. What do they have to do with dolls? They are an extremization, a gigantic doll-parody. If you take and make a glittered Barbie bigger and older, you’ll obtain someone who’s perfect for a Luna Park. It you take the tender toy-rabbit and cut off his right ear, you’ll obtain kinda lysergic monster. If you subtract a dazed Elvis figurine the smoothness of the vinyl, he’ll be kinda lifeless shell singing at night. A deformed and parallele hyperreality is in ambush for us in these images. Let’s be careful next time we play.
Facce da giostra, dolls e conigli mannari, celebrities al buio, paesaggi spaesanti. Queste sono le foto di Carlo Golia, che ho scoperto a step09. Cosa c’entrano con le dolls? Ne sono un’estremizzazione, una caricatura gigante. Perché se gigantizzi e invecchi una Barbie glitterata è perfetta per un Luna Park. Se al tenero toy-coniglietto rifili l’orecchio destro, diventa un mostro lisergico. Se ad una figurina di Elvis imbambolato togli il liscio-morbido del vinile, diventa un guscio senz’anima che canta nella notte. Un’iperrealtà deforme e parallela è in agguato in queste immagini. Stiamo attenti la prossima volta che giochiamo.
Catalog courtesy Galleria Toselli
martedì 6 dicembre 2011
A doll in a Garage
oh, a bit of creepy beauty. While the most meringued doll-related events were taking place during the last 2 Sundays and l couldn’t be there, I happened to collect non-meringued dollcultural material for future meditation. This is one – one of 3 covers deviced to launch Garage, influencer Dasha Zhukova’s art magazine. And I’m not meaning the much talked about peel-off butterfly version; my favourite cover, the one I chose, is instead this kinda OOAK roombox and in it, a doll in the likeness of the British model Lily Donaldson (other than a Monster High creature, sorry). The scene could well recall a Victorian doll house, but seen through the lenses of a more comtemporary gloomy aesthetics. This is actually a Nick Knight + Dinos Chapman image set and creation.
I’m still very interested in those dollcultural installations and OOAK artifacts increasingly invading the territory of art collecting, whereas the meringue genre will take dust on toyshop shelves or at an ordinary doll colletors convention.
*
oh, un po’ di brividi di bellezza. Mentre gli eventi bambolari più meringati si tenevano nelle due ultime domeniche senza che io ci fossi, mi è capitato di raccogliere materiale dollculturale non meringato a scopo di futura meditazione. E questo è uno – una delle 3 copertine inventate per il lancio di Garage, magazine d’arte voluto da Dasha Zhukova, una influente. Non sto a parlare della versione chiacchierata con la farfallina peel-off. La mia cover preferita, qlla che ho scelto, è qsta specie di roombox OOAK e ha al suo interno una bambola con le sembianze della modella britannica Lily Donaldson (altro che creaturine Monster High, mi spiace per voi). La scena potrebbe ricordare una casa di bambole vittoriana, ma vista attraverso le lenti del gusto contemporaneo per il tenebroso. È in realtà un lavoro congiunto di Nick Knight + Dinos Chapman per quando riguarda set, immagine, creazione.
Continuo ad essere curiosa e interessata alle installazioni e ai manufatti OOAK che sempre più invadono il territorio del collezionismo d’arte, mentre le meringastre prendono la polvere sugli scaffali di qualche negozio di giocattoli o alle normali convention di Doll collectors.
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martedì 29 novembre 2011
Other meringues? WAKE UP!
Magnificent meringuemorphic head on a dollymorphic and very dollcultural moka by Vanni Cuoghi for The White Gallery, Milan. Pls notice those monumental ears on top of the powdered beehive. This work is part of a collective and thematic series of 63 OOAK moka machines modified by 61 artists. The project has been exhibited under the name "WAKE UP!" and it's a touching hommage to the city of Naples, to the coffee culture and to an Italian design icon as the little Bialetti moka.
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Magnifica testa meringomorfa su una moka molto bambolomorfa e dollculturale creata da Vanni Cuoghi per The White Gallery, Milano. Si notino le orecchie monumentali sul colmo della cofana incipriata. L'opera fa parte di una serie collettiva tematica di 63 moka OOAK modificate da 61 artisti. Il progetto ha avuto una mostra dal titolo "WAKE UP!" ed è un commovente omaggio alla città di Napoli, alla cultura del caffè e a un'icona del design italiano come la piccola moka Bialetti.
domenica 27 novembre 2011
meringONE, the day
The meringONE day is today, and I'm not there. Long story. Tried to get the things done even without me. So this is the poster Emma Gilardi designed for the event. I wish Antonio Russo, president of Doll Collectors' Club Italia, the whole (very reduced) staff, all the contestants, dealers ans visitors a very meringued day in Calenzano.
*
Il meringONE day è oggi, e io non sono lì. Storia lunga. Ho fatto in modo che tutto fosse organizzato anche con me lontana. E così, qsto è il poster che Emma Gilardi ha disegnato per l'evento. Auguro ad Antonio Russo, presidente del Doll Collectors' Club Italia, a tutto lo staff (molto ridotto), a tutti i concorrenti al contest, agli espositori e visitatori un giorno molto meringato alla Borsa Scambio del Giocattolo a Calenzano.
giovedì 24 novembre 2011
Doll News #61 cover preview!
Sweet sweet, almost too sugary news! The meringuish Doll News #61 is ready, this is a cover preview. If you are a Doll Collectors' Club Italia member, you'll receive yr copy on Sunday during the meringONE event in Calenzano. Other club members will receive it at home. For the rest of the world it will be downloadable for free on Slideshare in 10 days.
*
Dolce notizia, talmente dolce da essere quasi stucchevole! La meringosa Doll news #61 è pronta, qsta è una preview della copertina. Se sei socio di Doll Collectors' Club Italia, avrai in mano la tua copia domenica prox a Calenzano (FI) durante l'evento meringONE. Gli altri soci la riceveranno a casa per posta. Per il resto del mondo, sarà scaricabile gratis su Slideshare nel giro di una decina di gg.
special thanks to Emma Gilardi, here and on the web!
lunedì 21 novembre 2011
Barbie hair chandelier
When the kitsch goes up, up, up, it may even reach the ceiling - ceiling from which a chandelier is suspended, made with ash-blonde Barbie hair skeins: not luminous filaments, but heads and heads of Barbie hair.
Quanto il kitsch sale molto in alto, può arrivare benissimo al soffitto. Al quale soffitto, è appeso un lampadario chandelier fatto di matasse di capelli di Barbie biondo-cenere: non filamenti luminosi ma capilliferi.
Sorry, I don't know the author of this work, but will gladly edit this post if someone tells me something more. * Mi spiace, non conosco il nome dell'autore di quest'opera, ma integrerò volentieri il post se qualcuno sa dirmi qlcosa di più!
Quanto il kitsch sale molto in alto, può arrivare benissimo al soffitto. Al quale soffitto, è appeso un lampadario chandelier fatto di matasse di capelli di Barbie biondo-cenere: non filamenti luminosi ma capilliferi.
Sorry, I don't know the author of this work, but will gladly edit this post if someone tells me something more. * Mi spiace, non conosco il nome dell'autore di quest'opera, ma integrerò volentieri il post se qualcuno sa dirmi qlcosa di più!
martedì 15 novembre 2011
Wired dolls
Benedetta Mori Ubaldini is a peculiar scultor, as she creates with balloons and wire – the very kind of wire-net you would use in the countryside to protect your rabbits or chickens. She folds and curves and paints the material to obtain smaller or bigger animals and little or bigger figurines – some of them really dollylike, and they all share an extraordinary lightness and transparency. So they are present and absent wherever you put them. Also when the story is a bit disquieting as in this “rats and babies” installation.
*
Benedetta Mori Ubaldini è una scultrice del tutto particolare, visto che crea utilizzando palloncini e fil-di-ferro – anzi qlle reti di fil-di-ferro usate in campagna per proteggere i conigli o le galline. Lei piega e curva e dipinge quel materiale per ottenere animali e animaletti e figure o figurine – alcune davvero simili a bambole - che hanno in comune una straordinaria leggerezza e trasparenza. Così sono presenti e assenti ovunque li si metta. Anche quando la storia si fa un po’ inquietante come in qsta installazione “ratti e bimbi”.
sabato 12 novembre 2011
Analytic anatomy
This is a cha-hakobi doll – a small automaton serving tea - in pieces though, kinda ready for an anatomy table, from the KARAKURI exhibition now on display in Turin. I don’t know why, more than by the all-dressed automaton dolls, I was moved by the naked parts, with their smooth wood essences, their elegant structure, their essential design, their gentle harmony. And we also are talking about antiquities, dating back to the Edo era (1603-1868), yet somehow anticipating the “friendly robot” philosophy in contemporary Japan.
*
Questa è una bambola cha-hakobi – un piccolo automa servitore di tè – in pezzi però come pronta per una tavola anatomica, dalla mostra KARAKURI attualmente visitabile a Torino. Non so perché, più che dalle bambole-automi interamente vestite, io sono stata toccata dalle nude parti, dalle loro essenze di legni levigati, dalla loro struttura elegante, dal design essenziale, dall’armonia gentile. E stiamo anche parlando di antichità, che risalgono al periodo Edo (1603-1868) eppure anticipatrici, in qualche modo, della filosofia del robot amichevole (“friendly robot”) del Giappone contemporaneo.
ph courtesy of Maria Grazia Balbiano
venerdì 4 novembre 2011
KARAKURI opening, Turin
Who’s behind the mask? A KARAKURI doll – an automaton. The wonderful Palazzo Barolo in the very heart of Turin is hosting a selected bunch of Japanese treasures. KARAKURI, this is the exhibit, features stunning antique mechanic dolls, a few miniatures of Matsuri carriages and a couple of contemporary robots. Coming back soon with more comments, just wanted to you titillate you now. First day tomorrow, till Dec 18.
*
Chi c’è dietro la maschera? Una KARAKURI – una bambola-automa. Il meraviglioso Palazzo Barolo nel cuore del centro di Torino ospita un selezionato gruppo di tesori giapponesi. KARAKURI, questa la mostra, presenta sbalorditive bambole meccaniche antiche, alcune miniature di carri Matsuri e un paio di robot contemporanei. Torno presto con più commenti, volevo solo titillarvi, ora. Primo giorno domani, fino al 18 dicembre.
martedì 1 novembre 2011
The topos of black
Vintage trio. Mourning trio? I don’t know, although this black dress code could mean anything. It’s the topos of black. However, the three (dolls) are silent, don’t ask questions and look more respectful than most of the fashion-noisy and socialite-skueaky images out there.
*
Trio vintage. Trio in lutto? Non so, sebbene questo questo dress code in nero possa significare qualunque cosa. È il topos del nero. Tuttavia le tre (bambole) tacciono, non fanno domande e in qualche modo hanno l’aria più rispettosa di tante immagini fashion-clangorose e socialite-bercianti là fuori.
ph Quvani/flickr all rights etc etc
sabato 29 ottobre 2011
Curvy & sweet (tooth)
My explorations around and about the body of the dolls continue. Curvy beauty is interestingly and interestedly coming back in the real world; so, you dolls, be prepared! And if Barbie has a few curves without being curvy, we notice that truly curvy and widely successful dolls don’t exist yet - Bambola is still too much a niche idol at the moment. In the meanwhile, I spotted these marzipan minidolls for those with the curvy obsession and a sweet tooth.
*
Continuano le mie esplorazioni intorno e sul corpo delle dolls. Nel mondo reale, in modo interessante e interessato, è di ritorno la bellezza con le curve; perciò, dolls, tenetevi pronte! E seppure Barbie ha qualche curva senza essere curvy, notiamo che bambole veramente curvy e di ampio successo non esistono ancora – Bambola è ancora troppo un idolo di nicchia per il momento. Frattanto, ho scovato queste bambolucce di marzapane per quelli con l’ossessione delle curve e un debole per i dolci.
By warmandcosy on flickr
giovedì 27 ottobre 2011
Memo for memyd
Memyd aka Me 'n my Dolls aka Mauro Marchetti, is now on etsy. One of the most reluctant and most talented doll artists I ever met in my life, therefore a myth for many collectors, Mauro doesn’t love starring here and there or selfpromoting by liking himself on facebook or so. Absent, and yet famous. Hidden, and yet followed. A rare mix. For him do speak his OOAK dressed dolls, all about vintage and MOD revisited with culture, and the stunning totally handmade miniature series reproducing Barbie and her friends, featured in a very reduced scale with outfits and giftsets. His prices are surprisingly honest, which is consistent with his rigorous personality. Listen to this memo, take a look at his etsy page and don’t miss your favourite piece!
Memyd alias Me ‘n my Dolls alias Mauro Marchetti, adesso è su etsy. Uno dei doll artist più riservati e più talentuosi che abbia conosciuto in vita mia, e perciò un mito per molti collezionisti, Mauro non ama fare la star qua e là o autopromuoversi laikandosi da solo su facebook o cose così. Assente, eppure famoso. Nascosto, eppure seguito. Un mix raro. Per lui parlano le sue dressed dolls OOAK, tutte in stile vintage o MOD rivisitato con cultura, e la sbalorditiva serie di miniature fatte a mano che riproducono Barbie e le amiche in scala ridottissima e complete di outfit e giftset vari. I suoi prezzi sono sorprendentemente onesti, il che è coerente col suo carattere rigoroso. Date retta a qsto memo, date un’occhiata alla sua pagina etsy e non perdetevi il vs pezzo preferito!
domenica 23 ottobre 2011
Des jouets et des hommes
Save the date, you lucky ones dropping by Paris and don’t miss:
Des jouets et des hommes
Paris, Grand Palais, Galeries nationales
September 14, 2011 – January 23, 2012
From the official presentation:
“A thousand toys from Antiquity to the present day, all in one exhibition! Nothing of such scope has ever been attempted before: antique dolls, royal dolls, Barbie dolls, trains, planes, boats, bears of all sorts, astonishingly lifelike clockwork toys, warlike videogames, lead soldiers and plastic figurines, flying saucers, Noah’s arks and even Father Christmas in an aeroplane.”
So now I wonder: Is this a sign of attention to the toycultural aspects of life we could ever expect to see in an Italian museum? I don’t know. We have thematic museums as the one in Angera all about dolls. Or we have private collections more or less temporarily exhibited to a public audience. I think however that the doll and toys collectors’ community could also be more focused on sharing culture, i.o. simply meeting for selling and networking… and I know I’m not alone with this sentiment.
*
Segnatevi la data, fortunelli che passate da Parigi, e non perdetevi:
Des jouets et des hommes
Parigi, Grand Palais, Galeries nationales
14 settembre 2011 – 23 gennaio 2012
Dalla presentazione ufficiale:
“Mille giocattoli dall’Antichità ad oggi, tutti in una sola mostra. Niente di simile è mai stato tentato prima d’ora: bambole antiche, bambole principesche, Barbie, trenini, aeroplani, navi, orsacchiotti di ogni tipo, automi simili ad esseri viventi, videogames di guerra, soldatini di piombo e di plastica, dischi volanti, arche di Noè e perfino un Babbo Natale in aereo.”
Perciò allora mi chiedo: è qsto un segno di attenzione agli aspetti… giocattologici della vita che potremmo aspettarci di vedere in un museo italiano? Non lo so. Abbiamo musei tematici come qllo di Angera, incentrato sulle bambole. O abbiamo collezioni private più o meno temporaneamente proposte al pubblico. Io penso però che la community di collezionisti di bambole e giocattoli potrebbe anche essere più focalizzata sulla condivisione culturale, anziché solo sul fare incontri per vendere e conoscersi… e so di non essere la sola con questo sentimento.
Presentation/presentazione (in French, switchable to English/in francese, o in inglese
poster: Création Pierrick Sorin
© Les Arts Décoratifs, Droits Réservés - Graphisme Dame Loky
thx Azzurra!
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mercoledì 19 ottobre 2011
Hanging and waiting
A dress form is not the dress nor the person nor a body. It can be, however, a way to evoke the three of them. So you don’t know which doll dress will fit which doll, but you can see a doll body, sewn in its details, sculpted to portray without being a portrait, curvy and sexy and ever softer than the real doll’s. A dress form is in fact kinda patient placeholder, an incomplete secret between you and the couturier, an excuse to accept and love other forms of incompleteness as well.
*
Una forma per abiti non è il vestito, né la persona, né il corpo. Può essere però un modo per evocarli tutti e tre. Così, non è dato sapere quale vestito di bambola starà a quale bambola, ma si può vedere un corpo di bambola, cucito nei dettagli, scolpito per ritrarre senza essere un ritratto, curvilineo e sexy e addirittura più morbido di qllo della bambola vera. Una forma per abiti è infatti una specie di paziente segnaposto, un segreto incompleto tra te e il sarto. Una scusa per accettare e amare anche altre incompletezze.
ph: Fashion Royalty dress form by crazydolls/flickr
domenica 16 ottobre 2011
BAD (on) FOOD
When a normal birthday cake is no longer enough, when a sexy bunnygirl in the cake is too early, a winged Barbie fairy head and torso on a hyperdecorated meringuish lilac-frosted cake can make a sweet surprise. Or maybe not. The cake has been sliced and Barbie’s dissected gown reveals layers of creamy stuffing. Yes, but where is everybody? This excessive, solitary, already sliced cake gives me a feeling like of wasted food where food is an issue for millions. This is my contribution to Blog Action Day 2011 on FOOD. Much more here.
*
Quando una normale torta di compleanno non è più abbastanza, quando una coniglietta sexy nella torta è troppo in anticipo, una Barbie fatina con le ali (testa e torso) sopra a una torta iperdecorata meringosa e glassata in lilla può costituire una dolce sorpresa. O magari no. La torta è stata tagliata e la gonna di Barbie rivela strati di farcitura alla crema. Sì, ma dove sono tutti? Questa torta eccessiva, solitaria, ormai aperta mi dà come un senso di cibo sprecato laddove il cibo è un problema per milioni di persone. Questo è il mio contributo al Blog Action Day 2011 sul tema FOOD. Molto altro qui.
cake photo: barbie-style
giovedì 13 ottobre 2011
Almost BAD
I'll dollculturally post on this topic. Be sure I'll connect dolls and food. And what about you? Are you taking part to Blog Action Day 2011?
*
Farò un post dollculturale in tema. Potete star sicuri che connetterò bambole e cibo. E voi? parteciperete al Blog Action Day 2011?
lunedì 10 ottobre 2011
Cultural collision
CRASH! A tiny South Korean building, somehow parachuted from the sky, has smashed into a 19th century American mansion, filling a ground-floor room with debris. And all of us are shocked viewers of this collision. Not a real collision, but rather a doll-scaled hyperdetailed cultural one, named “Fallen Star 1/5”, by Korean artist Do Ho Suh, now exhibiting at Los Angeles LACMA. We might take this like a metaphor of immigration, with the artist saying: "It's my personal journey from Korea to the U.S. and the story of the house that came along with me, or brought me here." The house itself, and its photosensitive resin prototypes are both breathtaking.
CRASH! Una casetta sudcoreana, in qualche modo paracadutata dal cielo, si è schiantata su una casa americana dell’800, riempiendo di macerie tutta una stanza al pianterreno. E noi tutti, scioccati, ad osservare questa collisione. Non una collisione reale, ma piuttosto una collisione culturale in scala bambolare e iperdettagliata opera dell’artista coreano Do Ho Suh, dal titolo “Fallen Star 1/5”, ora in mostra al LACMA di Los Angeles. Potremmo prenderla come una metafora dell’immigrazione, con l’artista che dice: “È il mio viaggio personale dalla Corea agli USA e la storia della mia casa che è venuta via con me, o che mi ha portato qui.” La casa stessa, e i relativi prototipi in resina fotosensibile sono da lasciare senza fiato.
+ > on flaworwire
mercoledì 5 ottobre 2011
Momoko merry-go-rouuund
Filmato giostra a video by Laura.vet on Flickr.
one of the most lovely Momoko-OOAK-artifacts ever seen!
*
uno dei più belli oggetti-OOAK fatti per Momoko che io abbia visto mai!
ph + creation Laura.vet
domenica 2 ottobre 2011
Imperfectly beautiful
The post below is my latest article on fashionblabla, on dolls being not so perfect and yet beautiful, in parallele with beautiful celebrities, yet not so perfect (ITA only).
*
Il post qui sotto è il mio ultimo articolo su fashionblabla, sulle bambole non poi così perfette eppure bellissime, in parallelo con bellissime celebrities, pur non così perfette.
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Frida Kahlo,
J-Lo,
Kate Moss,
La piel que habito,
momoko,
Rossy de palma,
Sybarite dolls
mercoledì 28 settembre 2011
Eternal doll
Burnt, sliced, pierced, tortured, whirred, massacred and detested, Barbie resurrects all the time. And you know why? Yes you know why: because she’s anything and because this statement will always reset to zero any accusation or flame. Here’s one of my slides presented to an audience of NON doll collectors last Friday, under the purposedly created logo and title of “Barbie odiosamata doll”, wich means “Barbie hated-loved doll”. Wiew the whole presentation here (ITA only, English to come), or contact me for a free copy.
Bruciata, affettata, torturata, perforata, frullata, massacrata e detestata, Barbie risorge continuamente. E sapete perché? Sì che lo sapete: perché “she’s anything” - è qualsiasi cosa - e perché questa affermazione riuscirà sempre ad azzerare ogni accusa, ogni flame. Quella sopra è una delle slide presentate ad un pubblico di NON collezionisti venerdì scorso, sotto il logo e il titolo appositamente creati di “Barbie odiosamata doll”. Potete vedere l’intera presentazione qui, o contattarmi per averne una copia gratis.
once again, I'm not affiliated or else with Mattel and my interest towards Barbie is purely dollcultural.
venerdì 23 settembre 2011
Rimini sneak peeks
A Vinyl Love Story – Barbie and Ken through the latest 50 years: 100% vintage couples from Antonio Russo private collection. It’s a special full colour feature coming with Doll News #60 for Doll Collectors’ Club Italia members in Rimini. You’ll see it for free on slideshare next week, or directly shipped at home if DCCI member.
My muse new issue is ready! #3 if we count officially, #4 if we count #0. Printed on demand or digital? It's up to you.
See you in Rimini at Marinella’s!
*
A Vinyl Love Story – Barbie and Ken through the latest 50 years: coppie 100% vintage dalla collezione privata di Antonio Russo. È un inserto speciale a colori abbinato alla Doll News #60 distribuita ai soci Doll Collectors’ Club Italia a Rimini. Gratis online su slideshare la prox settimana, o direttamente a casa per gli altri soci DCCI.
È pronto il nuovo numero di My muse! È il #3 if del conteggio ufficiale, ma il quarto considerando il bellissimo #0. Averlo di carta o in formato digitale, dipende da te.
Arrivederci a Rimini da Marinella!
mercoledì 21 settembre 2011
Waiting for MeringONE 09
China Lin’s interpretation of a Beijing Opera Princess is a flabbergasting “made in china” Barbie-based, one-of-a-kind, handmade specimen. So colourful and hyperdecorated, it might spark an inspiration for some meringuish creative drift in view of DCCI’s MeringONE contest (pls see page bottom).
*
L’interpretazione di China Lin di una Principessa dell’Opera di Pechino è un esempio sbalorditivo di “made in china” su base Barbie OOAk e fatto a mano. Così variopinto e ipercolorato, potrebbe accendere l’ispirazione per qualche deriva creativa e meringòfila in vista del contest MeringONE (v. fondo pagina).
+ > flickr/China Lin
giovedì 15 settembre 2011
Minced meat who?
“Carne trita”, i.e. minced meat, is the title of a brilliant new column on rubgy worldcup written by a friend of mine, Emanuele (in ITA only, sorry). Now, who would dare to call minced meat the so called Dieux du stade, c’est à dire, all those rubgysts attenting to the hormonal balance of men and women from their calendar and web pages? As built and athletic as action figures, I think the’re well aware of being kinda adult male dolls for adults.
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“Carne trita” è il titolo di una nuova brillante rubrica sulla coppa del mondo di rugby, curata da un amico, Emanuele. Ora però, chi oserebbe definire “carne trita” i cosiddetti, Dieux du stade, c’est à dire, tutti quei rugbisti che attentano all’equilibrio ormonale di uomini e donne dalle pagine del loro calendario e sito? Possenti e atletici come action figures, credo siano ben consapevoli di essere una specie di doll maschile adulta per adulti.
domenica 11 settembre 2011
Another pearl
This is Jan Vermeer's masterpiece as seen by Jocelyne Grivaud, who loves playing famous paintings and works in Barbie version. In my case, it goes to make a wonderful addition to the "Girl with the pearl earring" dollcultural thread featured in this blog (pls verify by typing "pearl earring" in the search field on top left corner of this page)... Enjoy!
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Questo è il capolavoro di Jan Vermeer visto da Jocelyne Grivaud, che ama rieseguire famosi dipinti ed opere in versione Barbie. Nel mio caso, va ad aggiungersi al thread dollculturale "Ragazza con l'orecchino di perla" all'interno di qsto blog(verificare digitando "orecchino di perla" in alto a sx in qsta pagina)... Buon divertimento!
venerdì 9 settembre 2011
Think while you sink
Not a tropical fish. Nor an art installation. This drifting hollow plastic doll torso stands for all the human marks being left around in the form of wasted objects now washed up in our oceans. So I happened to think about our staking mania and doll collecting.“The artist collected the objects, taking them back into the water to make her photographic images. Similarities in the colour and form of the plastic objects and the background in which they are positioned combine to provide curious and fascinating visual material.”Despite the kinda suspended beauty of these images, the topic is as pressing as environmental pollution, thus requiring our involvement. Will biodegradable dolls exist in a near future? Or are they a paradox?
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Non è un pesce tropicale. Non è nemmeno un’installazione d’arte. Questo torso di bambola in plastica vuota, alla deriva, simboleggia tutti i segni dell'uomo lasciati in giro sotto forma di oggetti gettati via e ora rigettati dai ns oceani. Mi ha fatto pensare alla nostra mania di accumulo e al collezionare bambole.“L’artista ha raccolto gli oggetti, rimettendoli in acqua per creare le sue immagini fotografiche. Le similarità tra il colore e la forma degli oggetti di plastica e lo sfondo sul quale sono stati collocati si combinano così da offrire materiale visuale curioso e affascinante.”
Nonostante la bellezza come sospesa di qste immagini, l’argomento è tanto pressante quanto l’inquinamento ambientale, coinvolgendoci. Esisteranno bambole biodegradabili in un prossimo futuro? O sono un paradosso?
Sarah Engelhard | Plastic Drift
Gallery gCS
Postjesweg 6-8, 1057 EA Amsterdam
The Netherlands
+31 (20) 412 17 41
info@gcs-art.eu
http://www.gcs-art.eu
giovedì 8 settembre 2011
Well rounded
Bowl-shaped haircut for two - often in the past really made putting a bowl on the kid's head and then cutting hair all around the bowl's edge. Don't know which kind of doll-dimensioned bowl this OOAKer used, but I love the result: something fresh and nice and clean and natural looking, not at all diva-like. Models: Barbie doll, Momoko doll. Mhhh... just the style my wavy hair will never accept.
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Taglio a scodella per due - spesso in passato lo si faceva realmente mettendo una scodella in testa al bambino per poi tagliare i capelli tutt'intorno seguendo il bordo della scodella. Non so che tipo di scodella-per-bambole abbia usato qsto/a OOAKer, ma mi piace il risultato: una cosa fresca e carina e pulita e dall'aria naturale, per niente divistica. Modelle: Barbie, Momoko. Mhhh... giusto la pettinatura che i miei capelli ondulati non accetteranno mai.
+ > flickr/escapism*
lunedì 5 settembre 2011
Boudoir fortune?
A true “boudoir doll” knows secrets; her owner’s bedroom secrets. To my surprise, when I recently revisited the doll museum in Angera - Museo della Bambola - at Rocca Borromeo (Maggiore Lake), I discovered a few mischievous boudoir dolls in the collections. Then, back home, I searched and found images like the one featured above, which is about “the doll’s fortune” - a quite cynical, discouraging suggestion. No irony, IMO. The other one is an allegedly liberated smoking Lenci doll, instead.
Una “bambola da boudoir” che si rispetti conosce segreti. I segreti della camera da letto di chi la possiede. Con mia sorpresa, quando ho recentemente rivisitato il Museo della Bambola della Rocca Borromeo di Angera sul Lago Maggiore, ho scoperto nelle collezioni alcune bambole da boudoir, belle malandrine. Tornata a casa, ho cercato e trovato immagini come qlla sopra il cui tema è “la fortuna della bambola” – un’allusione un po’ cinica e avvilente. Nessuna ironia, secondo me. L’altra invece è una bambola Lenci fumatrice, in teoria una emancipata.
martedì 30 agosto 2011
Available VS disposable
For doll lovers or foot fetishists: clean up your ears graciously with this Japanese doll's pointy feet. The naked and sexy dolls, dating back to the 70s, come in a couple like our ears. However, what impresses me most of all here, is the change in our habits and in the concept of hygiene: we are comparing an artistic and always available vintage earpick for repeated use VS our disposable contemporary cotton fioc. This available VS disposable issue recalls me the precious toothpick pendant noticed in an Renaissance painting by Lorenzo Lotto (portrait of Lucina Brembati). Such personal accessories were as rare as jewels, an excuse for showing-off and a sign of exquisite politeness and savoir-vivre.
Per amanti delle bambole e feticisti del piede: pulitevi le orecchie graziosamente con i piedini appuntiti di qsta bambola giapponese. Le bamboline nude e sexy, databili agli anni ’70, sono una coppia come le nostre orecchie. Ciò che qui più mi impressiona è però il cambiamento nelle ns abitudini e nel concetto di igiene: stiamo confrontando un artistico nettaorecchie vintage, disponibile per utilizzi ripetuti VS il nostro cotton fioc contemporaneo usa-e-getta. Qsta faccenda del disponibile VS usa-e-getta mi ha ricordato il ciondolo stuzzicadenti visto in un dipinto rinascimentale, di Lorenzo Lotto (ritratto di Lucina Brembati). Accessori personali come qllo erano rari come gioielli, pretesto di ostentazione e segno di squisita educazione e savoir-vivre.
Thx Julie and Alexander for this curious item/info!
domenica 28 agosto 2011
b-sided, multifaceted B.
Barbie’s new spot, featuring a red carpet scene and intended to emphasizing the “cool factor” ot the doll, is an actual epitome of all expected celebrity life ingredients. Including an obvious “B-side” walk (Pippa factor). I’m therefore waiting for the humorous and playful development of the message after reading how Jenny Watson, Senior Marketing Manager at Mattel, explains: “This campaign was designed to communicate Barbie’s appeal and popularity to girls and mums in a new way. The Barbie brand is fashionable and credible but also humorous and playful. The new campaign brings to life all elements of the brand to remind people of Barbie’s status as a fashion icon.” I’d like to see some other status anyway. BTW, in the creative team a proud bit of Italy, with Magia2000’s Mario Paglino styling the doll for the shooting. Let’s wait and see.
Il nuovo spot di Barbie, che rappresenta una scena da tappeto rosso ed è inteso ad enfatizzare il “cool factor” della doll, è una reale epitome di tutti gli ingredienti topici della vita di una celebrità, inclusa un’ovvia camminata a favore di “lato b” (fattore Pippa). Attendo pertanto gli sviluppi spiritosi e giocosi del messaggio dopo aver letto la dichiarazione di Jenny Watson, Senior Marketing Manager Mattel: “Qsta campagna è stata progettata per comunicare alle bambine e alle mamme l’attrattività di Barbie e la sua popolarità in un modo nuovo. Il marchio Barbie è chic e credibile, ma anche spiritoso e giocoso. La nuova campagna dà vita a tutti gli elementi del marchio per ricordare al pubblico che Barbie ha lo status di icona della moda.” Io cmq vorrei vedere anche altri status. Si segnala che nel team creativo c’è un orgoglioso pezzettino di Italia, con Mario Paglino di Magia2000 come stylist della bambola per le riprese. Aspettiamo, vedremo.
Il nuovo spot di Barbie, che rappresenta una scena da tappeto rosso ed è inteso ad enfatizzare il “cool factor” della doll, è una reale epitome di tutti gli ingredienti topici della vita di una celebrità, inclusa un’ovvia camminata a favore di “lato b” (fattore Pippa). Attendo pertanto gli sviluppi spiritosi e giocosi del messaggio dopo aver letto la dichiarazione di Jenny Watson, Senior Marketing Manager Mattel: “Qsta campagna è stata progettata per comunicare alle bambine e alle mamme l’attrattività di Barbie e la sua popolarità in un modo nuovo. Il marchio Barbie è chic e credibile, ma anche spiritoso e giocoso. La nuova campagna dà vita a tutti gli elementi del marchio per ricordare al pubblico che Barbie ha lo status di icona della moda.” Io cmq vorrei vedere anche altri status. Si segnala che nel team creativo c’è un orgoglioso pezzettino di Italia, con Mario Paglino di Magia2000 come stylist della bambola per le riprese. Aspettiamo, vedremo.
venerdì 26 agosto 2011
Vacuum at hand
Doll arms and doll hands, yes. But not healthy and rosy, just dusty and empty, somehow vacuum treated without being cleaned; they look like gloves or body parts, alluding to stacks of corpses?
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Braccia di bambole e mani di bambole, sì. Ma non sane e rosee, solo polverose e vuote, come messe sottovuoto, ma senza essere state pulite. Sembrano guanti o parti di corpi, con allusione a mucchi di corpi?
ph flickr/delainey
mercoledì 24 agosto 2011
Multiplied diva
I’m not even sure, but I tend to say these are dolls – Barbies, in case - displayed in a kinda colourful mise en abîme, which is multiplying the same pose in chromatic variations. Serial divas? How can you be a diva if you are serial? This image by Dietmar Spolert seems to genially capture such ambiguity.
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Non ne sono nemmeno sicura, ma propendo per dire che siano bambole – delle Barbie, nel caso – esposte in una specie di mise en abîme, che moltiplica la stessa posa in variazioni cromatiche. Dive seriali? Come puoi essere una diva se sei seriale? Qst’immagine di Dietmar Spolert sembra catturare con genio tale ambiguità.
ph courtesy of Dietmar Spolert
domenica 21 agosto 2011
Waiting for MeringONE 08
An amazing doll pyramid. Dolls like creamy profiteroles. Dolls looking a bit gelatinous. Dolls with something old-fashioned and something else hyper-cyber-futuristic. Dolls in a frozen choreographic pose, maybe reusable as a memorable centerpiece. Ask the author whether they are Barbies or not, or be carelessly directly inspired.
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Una sbalorditiva piramide di bambole. Bambole come cremosi profiteroles. Bambole dall’aria un po’ gelatinosa. Bambole con qualcosa di vecchio stampo e qualcos’altro di iper-cyper-futuristico. Bambole in una posa coreografica congelata, magari riusabile come un centrotavola da ricordare. Chiedete all’autrice se sono Barbie o no, o non curatevene e traete ispirazione direttamente.
Jackie Sleper
Dear Barbie
Mixed media/materiali misti
cm 32 x 20 x 20
2006
sabato 20 agosto 2011
Persisting Princesses
Cinderella, Aurora, Pocahontas, Belle, Tiana… We know them from Disney movies and even before (for some of them, at least) from the most famous fairytales. We played with them as dolls**. We now meet them on imaginary Vogue covers thru Dante Tyler’s artwork. Interesting - why? Because the princess myth is persisting. Because a fictional character or a toy or a fashion icon or an instant celebrity share many mechanisms of image building, visual and gesture and attitude communication.
** the sentence is generic and a bit rhetorical, as I’m not so interested in princesses nor did I play with such dolls, anyway...
Cenerentola, Aurora, Pocahontas, Bella, Tiana… le conosciamo dai filmoni Disney e anche da prima (alcune di loro, almeno) dalle favole più famose. Ci abbiamo giocato, con loro come bambole**. Le incontriamo ora su immaginarie copertine di Vogue tramite l’opera grafica di Dante Tyler. Interessante – perché? Perché il mito della principessa è persistente. Perché un personaggio di fantasia o un giocattolo o un’icona della moda o una celebrity istantanea hanno in comune molti meccanismi di costruzione dell’immagine, di comunicazione visiva, gestuale e di atteggiamento.
** la frase è generica e un po’ retorica, io veramente non amerei il genere principessa né ci ho giocato, ma tant’è...
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